Vocabolario Dantesco Latino
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contemtricum, Ep. III 7
contemtricum] cōtētricū L, contemtricum con. Witte Ep. (Torri Ep., Muzzi Ep., Mazzoni Ep., Frugoni Ep., Rossetto, Per il testo critico, Grévin Ep.), contemtricium con. Witte apud Fraticelli Ep., contemtricium rell. edd.
NOTA:
Hapax nel lat. dantesco, utilizzato solo in Ep. III 7 nella perifrasi con cui D. si rif. alle Miniadi; deverbale da contemno con l’aggiunta del suffisso femminile -trix, -tricis dei nomina agentis, che designa colei che abitualmente compie un’azione. Il sost. è att. nella latinità sia nella forma contemtrix, sia nella variante grafica contemptrix con -p- epentetica (cfr. Forcellini e Lewis-Short s.v. contemptrix). Caratteristica peculiare dei nomi in -trix è quella di occupare frequentamente all’interno della frase la posizione dell’agg., in quanto non si tratta nella maggioranza dei casi di sost. autoreferenziali (cfr. Serbat, Les “noms d’agent” en -trix). Nell’occorrenza di Ep. III 7, infatti, contemtrix si rapporta semanticamente al sost. soror (cfr. Corrispondenze per altri ess.).
A eccezione dell'occorrenza dantesca, non si hanno riscontri per la forma del genitivo plurale del sost. e questo ha creato tra gli editori problemi relativi allo scioglimento della lezione compendiata tràdita da L, che tramanda «cōtētricū», con tre tituli sopra le vocali o, e, u a indicare l'omissione delle nasali seguenti. La corretta lettura paleografica è dunque contemtricum, ma nella maggior parte delle edd. è a testo la lezione contemtricium, divenuta vulgata a partire dall'ed. Fraticelli del 1857 (il cui testo era a cura di Witte) e accolta anche nelle più recenti edd. commentate (Pastore Stocchi 2012, Villa 2014, Baglio 2016), nonostante nel 1967 Mazzoni Ep. avesse rilevato l’errore, restaurando contemtricum.
La lezione contemtricum del codice è corretta sotto il profilo grammaticale e morfologico, poiché la norma class. prevede per i sost. imparisillabi della III declinazione con tema in consonante, come contemtrix, l’ablativo singolare in -e e il genitivo plurale in -um. È possibile che a creare confusione sia stato l’utilizzo aggettivale di contemtrix, dato che gli agg. della II classe seguono la flessione dei sostantivi della III declinazione, in particolare dei temi in -i-, e hanno pertanto come terminazioni caratteristiche l’ablativo singolare in -i e il genitivo plurale in -ium. Tuttavia, seppur impiegato come agg., contemtrix è un sost. a tutti gli effetti e come sost. femminile viene lemmatizzato dai lessici moderni (vd. lessici citati in Corrispondenze). Nel lat. mediev., infatti, prima e dopo D. contemtrix si trova att. all’ablativo singolare con la corretta desinenza in -e caratteristica dei sost. (prima di D. vd. in Corrispondenze l'att. in Innocenzo III, dopo D. vd. ad es. Petrarca, Collatio laureationis § 11, 20 «contemptrice fulminis fronde»; Misc. 12 «cum patria, suorum civium contemptrice»). Inoltre, sebbene esistano delle oscillazioni nelle desinenze del genitivo plurale per i sost. della III declinazione (-um/-ium), per i nomi in -trix la corretta desinenza -um è quella maggiormente att., anche nel lat. mediev.
Per una più completa disamina sulla questione cfr. Vagnoni, Interazione, pp. 359-367.