Vocabolario Dantesco Latino
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virgifer, -i (s.m.)

DEFINIZIONE:
1. colui che porta la verga.
Eg. IV 92 virgiferi, silvis gelida cum valle relictis, / post pecudes rediere suas.
FREQUENZA:
Eg. 1
INDEX LOCORUM:
virgiferi, Eg. IV 92
LOCUZ. E FRAS.:
VARIANTI E/O CONGETTURE:
CORRISPONDENZE:
Voce corrispondente nelle opere volgari di Dante:
Latino classico e tardoantico:
Latino medievale:

Rare att., a partire dal XII sec. per usi connessi alla liturgia sacra: cfr. Du Cange, s.v. virgifer; vd. inoltre Giovanni Scoto Eriugena, Glossemata de Prudentio, 17 ‘Lictoribus’: virgiferis (ACLL); Gualtiero di Wimborne, De mundi varietate, 139, 6 non ministros cervicosos, / non strepentes, non clamosos / verita virgiferos (citato da Petoletti Eg., p. 629).

Lessicografi medievali:
Commentatori danteschi:

NOTA:

Hapax nel lat. dantesco; neoformazione mediev. da virga e fero ("colui che porta la verga") sul modello dei composti in -fer, tipologia prediletta nel lat. dantesco: cfr. frondifer, fructifer, pestifer, salutifer, soporifer in VDL. Privo di att. nella latinità class., nel lat. mediev. esso registra rare occorrenze, spesso legate all’ambito liturgico (cfr. Du Cange s.v. virgifer; signif. più generico ha l’att. di Gualtiero di Wimborne). D. è l’unico a introdurre il termine nella poesia pastorale, facendone una componente specifica del lessico bucolico per indicare i pastori in quanto portatori di verga, che è loro attributo tradizionale (cfr. l’immagine di Alfesibeo in Eg. IV 14-15 «nodosoque piri vulso de stirpe bacillo / stabat subnixus, ut diceret, Alphesibeus» e il commento di Pastore Stocchi Eg., pp. 198, 209; e vd. bacillum in VDL). La glossa di commento del Laur. 29.8, identificandoli in Titiro e Alfesibeo, specifica infatti: «scilicet Titirus et Alphesibeus, qui, quia pastores, gerebant virga».

L’uso sostantivato del termine nel passo dantesco si pone in continuità con le altre att., sia precedenti che successive, ed è comunque connaturato a simili composti. Il campo semantico entro cui lo utilizza D. rimane però privo di seguito nella poesia bucolica e più in generale nella produzione poetica; le rare occorrenze posteriori si riferiscono in partic. ai magistrati: Erasmo da Rotterdam, Adagia, chilias 2, centuria 7, proverbium 81 «Huic confine est, qui viae ignaros est, virgiferum adhibet. [...] id est non aliter quam viae ignarus semper velle cum virgiferis incedere, ne errarent. Magistratus enim ex more lictor aut aliquis virgam gestans praecedebat» (LLT). Per un'analisi lessicale di questo composto cfr. Dadà, Sui composti nominali, pp. 39-40.

AUTORE: Veronica Dadà.
DATA REDAZIONE: 27.05.2021.
DATA ULTIMA REVISIONE: 20.06.2022.