Vocabolario Dantesco Latino
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NOTA:
Hapax nel lat. dantesco. L’uso dantesco del termine (derivato da clavis + -ger) si inserisce nel solco della tradizione tardoant. e mediev. che lo attribuisce a san Pietro (cfr. Mt 16, 18-19) e, a partire dal XIII secolo, ai suoi successori (cfr. Bartolomei Romagnoli, L’ecclesiologia di Dante, pp. 125-126). Rif. alla funzione di clavigero attribuita all'apostolo si trovano pure nella Commedia (Inf. XIX 90-92: «Deh, or mi dí: quanto tesoro volle / Nostro Segnore in prima da san Pietro / ch'ei ponesse le chiavi in sua balía?»; Par. XXIII 139: «colui che tien le chiavi di tal gloria»; Par. XXIV 34-36: «O luce etterna del gran viro / a cui Nostro Segnor lasciò le chiavi / (...) di questo gaudio miro»; Par. XXXII 124-125: «dal destro vedi quel padre vetusto / di Santa Chiesa a cui Cristo le clavi / raccomandò di questo fior venusto»).
L’uso dantesco dell'agg. trova riscontri anche nella più antica tradizione esegetica alla Commedia.