Vocabolario Dantesco Latino
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Mon. 2
Questio 3
virtuante, Mon. III xiii 3 [2 v.]
virtuatam, Questio 64
virtuatum, Questio 68; 76
NOTA:
Il v., derivato denominale da virtus, non att. nel lat. class. e tardoant., è scarsamente att. nel lat. mediev. e pare ricorrere a partire dal basso medioevo. Il suo utilizzo è limitato all’ambito filosofico, ove ha il signif. generale di 'dare virtù', intendendo virtù nel suo signif. di 'potere', 'forza operativa', 'proprietà' (cfr. virtus in VDL); limitati sono anche i modi verbali att.: il v., infatti, è testimoniato al participio (passato e presente) e all'infinito (attivo e passivo).
D. ricorre al v. esclusivamente nella forma di participio presente o di participio passato: in quest'ultimo caso, att. solo in Questio, virtuo vale genericamente 'dotato di virtù'. Il participio presente di virtuo, invece, ricorre esclusivamente in Mon. a indicare l'atto di 'dare virtù' e, più specificamente, di «causare auctoritatem» (vd. virtuare in ED).
Oltre a virtuare, D. impiega anche i termini collegati virtuose e virtus.