Vocabolario Dantesco Latino
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sentica, -e (s.f.)

DEFINIZIONE:
1. pianta con aculei spinosi (cfr. Villa, Restauri danteschi).
Ep. II 3 Et quid aliud heroica sua signa dicebant, nisi «scuticam [senticam V] vitiorum fugatricem ostendimus»? Argenteas etenim scuticas in purpureo deferebat extrinsecus, et intrinsecus mentem in amore virtutum vitia repellentem.
Ep. II 3 Et quid aliud heroica sua signa dicebant, nisi «scuticam vitiorum fugatricem ostendimus»? Argenteas etenim scuticas [senticas V] in purpureo deferebat extrinsecus, et intrinsecus mentem in amore virtutum vitia repellentem.
FREQUENZA:
Ep. 2
INDEX LOCORUM:

senticam, Ep. II 3
senticas, Ep. II 3

LOCUZ. E FRAS.:
VARIANTI E/O CONGETTURE:

senticam] senticam V, scuticam con. Torri Ep. et edd., senticam restituit Villa, Restauri danteschi
senticas] senticas V, scuticas con. Torri Ep. et edd., senticas restituit Villa, Restauri danteschi

CORRISPONDENZE:
Voce corrispondente nelle opere volgari di Dante:
Latino classico e tardoantico:
Latino medievale:

raramente att., come ad es. in Rodrigo Jiménez de Rada, Breviarium, IV 33 Rampnus nimia spinarum acerbitate densescit et, ut dicit Iosephus, solus inter ligna naturam habet ignem proferendi, et vulgo urtica sentica appellatur (LLT).

Lessicografi medievali:
Commentatori danteschi:

NOTA:
Le lezioni tràdite da V, testimone unico di Ep. II, a un'esatta lettura paleografica sono senticam e senticas, ma le lezioni a testo in tutte le edizioni sono scuticam e scuticas. A Torri per primo sono da imputare le due congetture, tacitamente promosse a testo nell'editio princeps di Ep. II del 1842, rimaste poi a testo in tutte le edizioni successive. Claudia Villa, che nell'ed. 2014 aveva accettato scuticam e scuticas, ha invece recentemente recuperato il sost. sentica (cfr. Restauri danteschi, 2019), in quanto il termine è attestato nel mediolat.: il lemma sentica, assente nel lat. class. in cui però ricorrono i sost. sentix, -icis sentis, -is ‘rosa canina, pruno, rovo’ e l'agg. senticosus ‘spinoso, pungente’, per quanto raro, ricorre nel mediolat. per indicare una pianta con aculei spinosi (vd. Corrispondenze).

In Ep. II 3, D. sta celebrando le qualità del defunto Alessandro conte di Romena attraverso la descrizione delle sue insegne: sebbene l'immagine della sferza (scutica) sia comune nel lat. dantesco (cfr. Baglio 2016, p. 75 e vd. la voce scutica in VDL) e alluda al flagello con cui Gesù allontanò i mercanti dal tempio (cfr. Pastore Stocchi Ep., p. 15), la figura di un vegetale con aculei spinosi (sentica, lezione tràdita dal ms.) è un segno araldico frequentemente usato nel ricordo delle spine di Cristo. Conclude Villa: «Il vocabolo sentica, attestato nel mediolatino, può dunque essere accolto nel lessico dantesco mentre appare superflua, e anche esegeticamente onerosa, la congettura scutica» (Villa, Restauri danteschi, p. 405. Si rinvia a questo contributo, alle pp. 401-405, per approfondimenti sulla questione; ma vd. anche Grévin Ep., I 2022, pp. CLXXVI-CLXXIX, p. 23, p. 115, che invece non accetta il restauro di Villa e mantiene la congettura scutica).

AUTORE: Elena Vagnoni.
DATA REDAZIONE: 20.12.2022.