Vocabolario Dantesco Latino
www.vocabolariodantescolatino.it


[ visualizzazione standard - elenco voci ]
locumtenens, -entis (s.m.)

DEFINIZIONE:
1. chi fa le veci (detto di una carica) (Chiesa-Tabarroni Mon.).
Mon. I v 5 Si consideremus unam domum, cuius finis est domesticos ad bene vivere preparare, unum oportet esse qui regulet et regat, quem dicunt patremfamilias, vel eius locumtenentem, iuxta dicentem Phylosophum: «Omnis domus regitur a senissimo»; et huius, ut ait Homerus, est regulare omnes et leges imponere aliis. Propter quod proverbialiter dicitur illa maledictio: «Parem habeas in domo».
FREQUENZA:
Mon. 1
INDEX LOCORUM:
locumtenentem, Mon. I v 5
LOCUZ. E FRAS.:
VARIANTI E/O CONGETTURE:
CORRISPONDENZE:
Voce corrispondente nelle opere volgari di Dante:
Latino classico e tardoantico:
Latino medievale:
Statuta insulae et ripperiae Horte, 103 castellanus Ripperie presens et futuri ac eorum locumtenentes possint (ALIM).
Lessicografi medievali:
Commentatori danteschi:
Benvenuto da Imola ad Inf. XXII 81-4: iste frater Gomita (…) fuit vicarius et locumtenens judicis Nini Pisani in Sardinia (DDP).

NOTA:
Il vocabolo non è att. in lat. class.; la grammaticalizzazione di locum tenens in un unico vocabolo è registrata dai principali dizionari di lat. mediev., ma solo come lemma con rimando ad altre voci. Solo in Arnaldi-Smiraglia (s.v. locumtenens) è trattato come lemma pieno, e vi è allegata un’att. di natura documentaria anteriori al 1300 (Cartario di Pinerolo, 152,8). La Mon. sembra essere l’att. più antica in ambito letterario; le poche altre att. reperite sono nelle Costituzioni di Carlo IV e in Giovanni di Segovia (Acta Regni Karoli IV: «suum vicarium seu locumtenentem» MGH; Giovanni di Segovia, Liber de magna auctoritate episcoporum in consilio generali, II 5: «Quomodo episcopi eorum que superiores non appellantur apostoli, sed locumtenentes eorum dicuntur successores», LLT). Cfr. tuttavia Anast. Bibl., Praef. in VIII Conc. Oec., «locum obtinentes papae Leonis». In alcuni manoscritti della Mon. (ad es. B) i due elementi lessicali componenti il vocabolo sono scritti separati, quindi – almeno agli occhi di alcuni copisti – la locuzione non si era ancora grammaticalizzata definitivamente come vocabolo unico. Alla luce di una tradizione delle fonti mediev. in cui esso non appare stabilizzato, bensì molto più frequente nella forma non ancora grammaticalizzata in una sola parola (compl. ogg. locum + verbo teneo coniugato a seconda dell’esigenza sintattica) la questione dell’ortografia può apparire non del tutto chiusa; tra le edd. moderne, tuttavia, solo Quaglioni Mon. scrive locum tenentem. La prima att. del termine in volgare sembra essere in Giovanni Villani (Battaglia s.v. ‘luogotenente’).

AUTORE: Riccardo Macchioro.
DATA REDAZIONE: 10.06.2019.