Vocabolario Dantesco Latino
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prolaborent, Mon. I i 1
Mon. I i 1: posteris prolaborent] posteris prolaborent B, C, D, F, G, H, L, N, Ph, Q, U, V, pro posteris laborent K, T, M p.c., posteus prolaborent E R, posteri prolaborent P, posteris perlaborent S
NOTA:
Hapax dantesco assoluto. Prolaboro non risulta att. in alcun dizionario di lat. class. o mediev., né nel ThLL, né in alcuno dei database di ricerca consultati: il suo statuto di neologismo dantesco è riconosciuto in un commento alla Monarchia (Chiesa-Tabarroni Mon., ad loc. e p. cxxxvi), da cui è tratta anche la def. riportata nel campo apposito (mentre a testo si trova la traduzione «preoccuparsi»). La nozione non appare nei commenti di Quaglioni Mon. e Nardi Mon. (di cui pure si riportano le traduzioni con differente sfumatura nel campo Def.); ve ne è invece menzione, seppur senza una presa di posizione, in Gianola, Le opere latine, pp. 414-5.
Le scelte dei diversi traduttori (vd. Def.) mostrano la pregnanza che la parola comunica ai lettori. In generale, le formazioni verbali (nuove, o comunque di att. rarissima) con adozione del preverbio pro- assumono una discreta rilevanza nel sistema del lessico dantesco (vd. ad es. VDL s.v. provigilo). Corre comunque l’obbligo di segnalare la variante pro posteris laborent, che farebbe cadere il neologismo. I testimoni che la trasmettono rivestono infatti una posizione di un certo rilievo nello stemma codicum attualmente di riferimento (Shaw Mon. 2006, affetto però da contaminazione); non è accolta da alcun editore, ma – ancorché non originale – potrebbe attestare un tentativo di risistemazione del testo in presenza di un termine non att. altrove.
Non si danno att. nei commenti danteschi, né il termine sembra avere un corrispettivo in volgare.