Vocabolario Dantesco Latino
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exhalat, Ep. VII 26
Papias (s.v. exhalare): exhalare, spirare, redolere, effundere (Mirabile).
Uguccione, A 119, 4 (s.v. alo): et ab alo vel ab alitus, ut dicit Priscianus, venit alo -las, idest spirare, alitum emittere vel redolere, unde alatus -tus -tui, idest odor […] et componitur cum ex, et fìt exalo -las, idest foras emittere vel de vita recedere, et est neutrum sicut et suum simplex (DaMA).
Balbi (s.v. exhalo): Uguccione (Mirabile).
NOTA:
Hapax nel lat. dantesco. Termine tecnico-scientifico, composto di halo con l’aggiunta del prefisso ex-, che nei composti verbali signif. prevalentemente 'fuori, fuori da'. Il v., att. con il significato di 'effondere nell’aria, emettere (suoni, parole, sospiri)' ed 'emanare, sprigionare (odori, profumi)', è spesso impiegato in contesti relativi alla decomposizione dei corpi e ai cattivi odori emessi dal disfacimento organico (ThLL s.v. exhalo I A 1 b α I: «de animantibus deque corpore eorum. Generatim: odorem, fetorem sim. praecipue de putredine» e vd. Corrispondenze), come avviene anche nel passo dantesco. In Ep. VII il v. è connotato in chiave realistica nell’invettiva contro Firenze, paragonata a un animale malato («languida pecus») che ammorba l'aria effondendo miasmi contagiosi («fumos…vitiantes exhalat») con cui gli animali vicini si infettano (per una completa esegesi del passo cfr. i lemmi commaculo, contabesco, contagio, fetor, infatuo, inficio, languidus, pernicies, sanies, scatescentia, vitio in VDL e Vagnoni, Interazione). Nei due volgarizzamenti di Ep. VII il v. exhalo è tradotto con 'cacciare fuori'.
Nel volg. dantesco ricorre il sost. essalazione, impiegato con il signif. tecnico di «emissione di vapori umidi o secchi» in Purg. XXVIII 98, per cui vd. essalazione in VD.