Vocabolario Dantesco Latino
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De vulg. 1
Eg. 1
poita, De vulg. II iv 2
poymus, Eg. IV 97
Papias (s.v. poieo): Poieo ποιέω graece, latine facio, hic poeta (Mirabile).
Uguccione, P 100, 1-2 (s.v. poyo): POYO -is -ivi -itum, idest fingo -is grece, unde hic poeta -e, idest fictor, et proprie carminis, alta verba loquens (DaMA).
Balbi (s.v. poio): poio, -is, -ivi, -ire, -itum idest fingo, fingis vel facio (Mirabile).
NOTA:
Grecismo da ποιέω, con oscillazione grafica mediolatina poio / poyo. Il v. è assente nel lat. class. e raro nel lat. mediev., dove occorre soprattutto in relazione all’etimologia di poeta e poesis, sulla base delle def. fornite dai lessicografi mediolatini (cfr. Papias s.v. poieo; Uguccione, P 100, 2 «unde hic poeta -e, idest fìctor»).
Il lat. dantesco registra due occorrenze del v.: la prima entro la def. tecnico-formale della poesia di De vulg. II iv 2 «fictio rethorica musicaque poita», "una composizione ad arte fatta di retorica e di musica" (Tavoni De vulg., ad loc.), dove si presenta nella forma del rarissimo participio passato poita e si lega al sost. fictio, nomen ationis da fingo, quest'ultimo corrispondente lat. di poyo nella def. di Uguccione e più in generale nel mediolatino (cfr. Uguccione, P 100, 1 «poyo -is -ivi -itum, idest fìngo -is grece»; Remigio di Auxerre, Comm. Prisc., De nomine 6 «poio grece facio latine»; Guizzardo da Bologna, Recollecte, accessus «poio, pois, idem est quod fingo»). In questa sede il v. si configura come termine tecnico atto a «porre l’essenza della poesia nell’artificio retorico-musicale» che la sostiene (cfr. Tavoni De vulg., ad loc.; vd. anche fictio, musica, poeta, poesis in VDL; poesia, poeta in ED).
La seconda occorrenza si situa in Eg. IV 97, a chiusura della seconda egloga dantesca («ille quidem nobis, et nos tibi, Mopse, poymus»). Il v., glossato sul Laur. 29.8 come «fingimus vel monstramus», è posto nella cornice extra-diegetica che conclude l’egloga e indica l’operazione di 'mettere in versi, cantare' a Mopso-Giovanni del Virgilio le vicende riferite da Iolla (cfr. le traduzioni di Pastore Stocchi Eg., Albanese Eg., Petoletti Eg., ad loc.). La posizione metrico-retorica forte rivela la pregnanza del termine, posto a suggello dell’egloga e dell’intera Corrispondenza (cfr. i commenti di Pastore Stocchi Eg., Albanese Eg., ad loc.; e la disamina lessicale del v. ora fornita da Dadà, "Vates" e "poeta", pp. 244-250.