Vocabolario Dantesco Latino
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Mon. 1
Questio 1
dispensator, Mon. III x 17; Questio 76
Isid. Orig. X 67: Dispensator vocatur, cui creditur administratio pecuniarum. Et ideo dispensator quia prius qui dabant pecuniam non numerabant eam, sed adpendebant (Mirabile).
Papias (s.v. dispensator): Dispensator: cui creditur administratio pecuniarum quia prius qui dabant pecuniam non numerabant: sed appendebant (Mirabile).
Balbi (s.v. dispenso) = Papias (Mirabile).
NOTA:
Il temine, che nel lat. class. ha un valore essenzialmente pratico ('amministratore', vd. ThLL s.v. dispensator I), sviluppa in età tardoant. signif. cristiani, divenendo attributo di Dio come administrator mundi (rimandando, quindi, al concetto di Provvidenza, vd. dispensatio) e designazione di incarichi ecclesiastici (vd. ThLL s.v. dispensator II).
Entrambi i sensi sono noti e utilizzati da D. che, in Mon. III x 17, fa riferimento alla figura del dispensator pauperum che è interpretata da F. Cancelli in ED (s.v. Diritto romano in Dante) come equivalente al compito di oeconomus ecclesiae. D. impiega, inoltre, anche i vocaboli collegati dispensatio e dispensare.
Se il lat. mediev. impiega la parola in tutte le sue sfumature semantiche, aggiungendo nuovi usi tecnici a indicare figure specifici (vd. ad es. dispensator ecclesiae in Du Cange, s.v. dispensator) i lessicografi del tempo – probabilmente sulla scorta di Isid. Orig. – registrano la sola equivalenza di dispensator con «cui creditur administratio pecuniarum».