Vocabolario Dantesco Latino
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Mon. 1
subinferunt, Mon. III xii 3
il v. è att. nel lat. mediev. solo raramente nel signif. impiegato da D. (vd. Nota); si riportano alcuni esempi: Bonaventura, Comm. in I Sent., d. 34, a. 2, q. 2 mos est Philosophi, positis considerationibus, instantias subinferre, non quae falsificent ipsas, sed quae intellectum considerationum rectificent et manifestent (LLT); Raimondo Lullo, Ars amativa, d. 2, c. 8 Humanus intellectus, movens intelligere suum per ambas praemissas propositiones, unde conclusionem subinfert, se alligat in illa conclusione ad verum intelligendum (LLT).
NOTA:
Hapax nel lat. dantesco. Nel lat. class. il v. possiede solo il signif. di 'aggiungere' (vd. Forcellini s.v. subinfero).
Nel lat. mediev. subinfero è impiegato estensivamente nel senso class. individuato ma, raramente, anche con una valenza specifica filosofica (vd. Lex. Philos. Micr. s.v. subinferre, da cui dipende la Def. proposta) che è quella nota a D.