Vocabolario Dantesco Latino
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corvulus, -i (s.m.)

DEFINIZIONE:
1. figlio del corvo (Frugoni Ep.).
Ep. V 11 Pone, sanguis Longobardorum, coadductam barbariem; et si quid de Troyanorum semine superest, illi cede, ne cum sublimis aquila fulguris instar descendens affuerit, abiectos videat pullos eius, et prolis proprie locum corvulis occupatum.
FREQUENZA:
Ep. 1
INDEX LOCORUM:
corvulis, Ep. V 11
LOCUZ. E FRAS.:
VARIANTI E/O CONGETTURE:
CORRISPONDENZE:
Voce corrispondente nelle opere volgari di Dante:
Latino classico e tardoantico:
Latino medievale:

poco att., cfr. Blaise Mediev. s.v. corvulus: Teodolfo d’Orleans, Carm. 818 Pygmalei tantum cupientes quaerere pacem, / propter bella gruum Corvule nigre tibi, / haec tibi sufficiant venienti, trispeda tantum / verbis sufficiant hiems, sitis, atque fames. / Nos nostros nobis nostra teneamus in aula / trispedicos fratres, sit tibi turba brevis. / Hos tantum teneas acerrime Corvule versus: / saepius atque legens pectore conde tuo (CC).

Lessicografi medievali:
Commentatori danteschi:

NOTA:
Hapax nel lat. dantesco, neologismo mediev. lessicale. Termine molto raro, diminutivo di corvus, con l’aggiunta del suffisso -ulus (Stotz VI § 89). Tra i moderni lessici di latino mediev., il sost. è registrato dal Blaise Mediev. s.v. corvulus con il signif. di «petit corbeau» e il rinvio a due occorrenze in un carme di Teodolfo d’Orleans (vd. Corrispondenze), in cui il sost. è usato con valore negativo, per cui vd. De Riquer, Teodulfo de Orleans, pp. 108-109 per l’identificazione dell’acerrimus Corvulus cui è indirizzato il carme. 

I
n Ep. V 11 il sost. non è usato con signif di ‘corvo piccolo’ con rif. alle dimensioni, ma nell’accezione di ‘figlio del corvo’, come traduce la maggioranza degli editori (Torri Ep., Jacomuzzi Ep. 'corbicino'; Monti Ep. 'genitura dei corvi'; Frugoni Ep., Pastore Stocchi Ep., Villa Ep. 'figlio del corvo'; Lokaj Ep. 'pulcino di corvo'; Baglio Ep. 'piccolo dei corvi'), per indicare la prole dell’animale che occupa illegittimamente il nido dei figli dell’aquila, all’interno della metafora dell’impero che, a lungo rimasto privo di reggenza, è stato usurpato da quanti hanno esercitato il potere senza diritto, sostituendosi al legittimo imperatore. Nel volgarizzamento di Ep. V il diminutivo è tradotto con «giovani corbi». Anche nell’occorrenza di corvus in Mon. III iii 17 l’animale è caratterizzato negativamente.

Per i diminutivi nelle Epistole cfr. anche agellus, funiculus, navicula, parvulus, rivulus, scintillula, vulpecula in VDL.

AUTORE: Elena Vagnoni.
DATA REDAZIONE: 26.04.2022.