Vocabolario Dantesco Latino
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Eg. 1
celator, Eg. II 12
rarissime (cfr. ThLL s.v. celator); in partic.: Lucan. X 286 Tua flumina prodam, / qua deus undarum celator, Nile, tuarum / te mihi nosse dedit (MqDq); Es. 28, 36 facies et lamminam de auro purissimo in qua sculpes opere celatoris Sanctum Domino ligabisque eam vitta hyacinthina (LLT-A); Cassiod. Var. II xxxiv 2 Deberemus itaque celatores deputatae pecuniae inmodica poena percellere (CC).
NOTA:
Hapax nel lat. dantesco. Termine di rara att. nel lat. class. e mediev., tanto più in poesia (solo in Lucan. X 286); prevalenti le occorrenze in ambito storiografico e giuridico. D. lo introduce per la prima volta nella bucolica, utilizzandolo in Eg. II 12 in rif. al Menalo, che con la sua alta vetta oscura il sole al tramonto. L’uso dantesco trasla dunque il signif. del termine, che non è qui applicato a persone, come nella maggior parte delle att. precedenti, bensì al monte simbolo della poesia bucolica. Il sost. non trova seguito nella tradizione poetica successiva.