Vocabolario Dantesco Latino
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soporifero, Eg. IV 13
Papias (s.v. soporo): Soporo, soporas, soporatus. Componitur soporifer (Mirabile).
Uguccione, S 194, 4 (s.v. sopio): Item sopor componitur soporifer -a -um, idest somnifer, idest soporem ferens (DaMA).
Balbi (s.v. soporifer): soporifer -ra -rum, penultima correpta, idest somnifer, soporem ferens, a sopor et ferens (Mirabile).
NOTA:
Hapax nel lat. dantesco; composto di sopor e fero, già att. nel lat. classico e raro nel lat. mediev. (cfr. gli altri composti nominali delle Egloge dantesche: alipes, astricola, circumfluus, curriger, longevus, prepes, vatificus, virgifer in VDL). D. utilizza l’agg. in Eg. IV 13 per designare metonimicamente il papavero («soporifero ... odori», vd. odor in VDL), dietro suggestione di Giovanni del Virgilio, Eg. III 54-56 «circiter origanum redolet; quoque causa soporis / herba papaveris est, oblivia, qualiter aiunt, / grata creans» (Poeti d'Italia). L’uso dantesco del termine è da ricondurre al passo virgiliano di Aen. IV 486, dove il composto registra la sua prima att. proprio in riferimento al papavero (associazione ripresa da Ov. Fast. IV 531; Trist. V 2, 24, con ulteriori esiti nel latino mediev. e umanistico). Ma se la fonte del luogo dantesco è Virgilio, la collocazione del composto nella struttura metrica del verso riflette quella delle successive att. poetiche di soporifer, ossia la seconda posizione nell’esametro.
Si tratta dell’unica att. del termine nel lessico bucolico, precedente e successivo a D.; tra le att. quattrocentesche dell’agg. cfr. Strozzi, Erot. I 6, 71 «Illa soporiferum liquido cum melle papaver / miscuit et variis gramina secta locis» (Poeti d’Italia), dove occorre in rif. al papavero, sulla scorta di Virgilio. Per un'analisi lessicale di questo composto cfr. Dadà, Sui composti nominali, p. 38.