Vocabolario Dantesco Latino
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Mon. 1
operativam, Mon. I xiv 7
NOTA:
Hapax nel lat. dantesco. L’agg., derivato deverbale da operari, è testimoniato da occorrenze abbastanza tarde e vale essenzialmente come sinonimo di «operans, efficiens» (vd. ThLL s.v. operativus 1); è impiegato, però, anche nella traduzione di termini greci: sostantivato, infatti, equivale a τὸ ἐγκρατικόν (vd. ThLL s.v. operativus 2) e, in campo medico, all’agg. δραστικός (vd. ThLL s.v. operativus 3).
Nel lat. mediev. l’agg. è impiegato praticamente solo nel primo senso individuato, da cui si sviluppa un signif. ulteriore e ben att.: operativus come contrario di theoricus e speculativus (vd. es. Blaise Mediev. s.v. operativus) e, quindi, come sinon. di 'pratico' (in questo senso lo impiega D. nella produzione volgare, vd. operativo in ED). Operativus, però, in almeno un caso sembra esser stato impiegato nel senso di 'efficace': così sembra poter essere interpretato Rodolfo Ardens, Speculum, III 50, «Rogatus quoque Deus a quodam patre, ut filium suum liberaret a demonio, respondit: Si credis, omnia possibilia sunt credenti. Et discipulis querentibus quare nos non potuimus eicere eum, respondit: Propter incredulitatem vestram. Unde patet, quia fides vestra contra demones est multum operativa» (LLT).
Il termine, nel senso di efficiens - la Definizione proposta tende a rendere esplicito questo signif. - è att. con una certa abbondanza nel lat. mediev., dove è impiegato in contesti filosofici, e come tale compare anche nei commenti lat. alla Commedia: alle occorrenze riportate si deve aggiungere Pietro Alighieri (2) ad Inf. XI 76-84, dove l’agg. compare in una citazione dal VI libro dell’Ethica aristotelica: «Ideo dicit in VIo Ethicorum idem phylosophus: "Est autem malitia corruptiva principii. Quare necesse prudentiam habitum esse cum ratione humana operativum"» (DDP).
Oltre a operativus, D. ricorre nelle proprie opere lat. anche ai termini collegati operabilis, operatio e operor.