Vocabolario Dantesco Latino
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Mon. 2
ostensive, Mon. III xiii 2; III xvi 2
NOTA:
L'avv. fa il suo ingresso in lat. probabilmente grazie alle traduzioni aristoteliche approntate da Boezio (vd. Corrispondenze), come corrispettivo del greco δεικτικῶς e con il signif. di demonstrative (vd. Forcellini s.v. ostensive); il medesimo signif. è conservato dal lat. mediev. (vd. es. Arnaldi-Smiraglia s.v. ostensive e DMLBS s.v. ostensive).
D. utilizza ostensive (Mon. III xvi 2) a indicare «la demonstratio ostensiva (quella cioè che porta elementi diretti di prova)» che «era considerata di valore superiore alla demonstratio que ducit ad impossibile (quella cioè che si basa sulla dimostrazione dell’impossibilità del contrario, come quella ad inconveniens)» (Chiesa-Tabarroni Mon., p. 228, n. ad loc.).
Diverse sono le vie seguite dai traduttori di Mon. per la resa di ostensive; per Mon. III xiii 2 richiamiamo (vd. Quaglioni Mon., p. 1370, n. ad loc.; Quaglioni Mon. ricorre in ambo i casi a "dimostrativamente") "direttamente" (Vinay Mon.), "par raison démonstrative" (Pézard Mon.), "in modo positivo" (Nardi Mon.) e "in positiver Weise" (Imbach Mon.). Per Mon. III xvi 2, invece, si ricorda (vd. Quaglioni Mon., p. 1392, n. ad loc.) "con metodo diretto" (Vinay Mon.), "de façon catégorique" (Pézard Mon.), "give a 'positive' proof" (Shaw Mon. 1996).