Vocabolario Dantesco Latino
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Uguccione, U 3, 2 (s.v. vagor): Unde hec vagitas -tis, et vagulus -a -um, aliquantulum vagus; unde hec vagula dicitur iuvenca que vagatur per campum, et hic vagulus, anulus quia vagatur in digito (DaMA).
Balbi (s.v. vagulus) = Uguccione (Mirabile).
NOTA:
Diminutivo di vagus, utilizzato in Eg. II 26 in rif. alle caprette di Melibeo, con passaggio del diminutivo dal sost. all’agg. (in luogo di vagis capellis) frequente nel lat. mediev. L’uso dantesco del termine è assai pertinente alla def. di Uguccione, il quale lo riconnette alla giovenca che vaga in un campo («vagula dicitur iuvenca que vagatur per campum»).
Il termine non è att. nel lat. class. e trova la prima occorrenza nei celebri versi dell’imperatore Adriano «animula vagula blandula» testimoniati da Spart. Hadr. 25, 6. Molto raro anche nel lat. mediev., esso non registra att. nella poesia bucolica anteriore a D., ma è ripreso da Giovanni del Virgilio, Eg. Muss. 73 «Heu! magis uror ego ne te michi carpat Yollas, / aut (quia tam vagula es) nisi quis Melibeus ametur / ursus ovem laniet» (Poeti d'Italia) in rif. all’incostante Egle.