Vocabolario Dantesco Latino
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coadiutricis, Ep. VIII 5
NOTA:
Hapax nel lat. dantesco, neologismo mediev. lessicale, deverbale da coadiuvo con l’aggiunta del suffisso femminile -trix, -tricis dei nomina agentis, che designa colei che abitualmente compie un’azione, da cui il signif. di «auxiliatrix», cfr. MLW s.v. coadiutrix. Lemma di limitata diffusione, non registrato dai lessicografi e non utilizzato dai commentatori danteschi, att. a partire dal lat. mediev.: l'interrogazione dei corpora (ALIM, CC, CDS, DaMA, MqDq, Poeti d'Italia) restituisce come prima att. un'occorrenza nella traduzione dal greco al latino attribuita a Paolo Diacono della Vita Sanctae Mariae Aegyptiacae di Sofronio di Gerusalemme («Habui ergo adjutricem et coadjutricem ipsam, quae genuit castitatis auctorem, et sic decem et septem annorum curriculis cum multis, ut dixi, usque hodie periculis eluctata sum», CC), ma il termine raggiunge maggior circolazione solo a partire dal XII sec. circa (cfr. att. in Corrispondenze). Anche il v. base coadiuvo e il sost. maschile coadiutor, di più ampio utilizzo, sono att. a partire dal lat. tardo, perlopiù in autori cristiani (cfr. ThLL s.v. coadiuvo e coadiutor).
Caratteristica peculiare dei sost. in -trix è quella di occupare frequentamente all’interno della frase la posizione dell’agg., perché non si tratta nella maggioranza dei casi di sost. autoreferenziali (cfr. Serbat, Les “noms d’agent” en -trix): nell’occorrenza di Ep. VIII 5, infatti, coadiutrix si rapporta semanticamente al sost. gratia. L'espressione coadiutrix gratia è abbastanza rara (cfr. Corrispondenze per esempi prima di D.), mentre è molto comune nel mediolat. la iunctura «gratia adiutrix», che ricorre perlopiù negli autori cristiani, come ad es. in Bernardo di Chiaravalle, Pietro Abelardo, Pietro Comestore, per cui vd. Blaise mediev. s.v. adjutrix: «celle qui aide (cl.): (en parl. de la grâce) a[djutrix] gratia». Per la formazione di sost. in -trix nel Medioevo cfr. Stotz V 34.