Vocabolario Dantesco Latino
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NOTA:
Attrezzo agricolo con cui si rivolta la terra prima della semina, tecnicismo del lessico dell'agricoltura (Isidoro inserisce il lemma aratrum nel capitolo dedicato agli strumenti rustici); deverbale da aro, formato mediante il suffisso -trum impiegato abitualmente per la formazione di sost. designanti strumenti, come ad es. rastrum. Ampiamente att. nel lat. class., ad alta frequenza nei trattati di agronomia e nella poesia georgica, aratrum entra nella Vulgata dove occorre in una sentenza divenuta gnomica nell'esegesi patristica e nella letteratura latina mediev. per indicare chi agisce rettamente nella Grazia di Dio, senza cedimenti dell'animo al peccato: Lc 9, 62 «Nemo mittens manum suam in aratrum et aspiciens retro, aptus est regno Dei» (il versetto ricorre ad es. in Alcuino, Agostino, Beda, Gregorio Magno).
Il lemma è impiegato da D. in entrambe occorrenze con il signif. proprio di «instrumentum, quo aratur». Nel par. 16 di Ep. V aratrum figura all'interno di un'ampia metafora agreste, ispirata a modelli ricorrenti nell’omiletica patristica e mediev. (vd. in Corrispondenze): il novus agricola Romanorum (= Enrico VII; vd. agricola in VDL) condurrà la sua opera aggiogando all'aratro i buoi del suo consiglio. L'opera che deve compiere Enrico VII è la pacificazione dell'Italia e dell'Impero provvidenzialmente voluta dalla Grazia divina. Nel volgarizzamento di Ep. V il passo «novus agricola Romanorum consilii sui boves ad aratrum affectuosius et confidentius coniugabit» è reso con «il nuovo lavoratore de' romani di suo consiglio i buoi all'aratro più disidorosamente e più confidevolmente congiungerà». In Mon. II v 9 il lemma ricorre nella descrizione di un personaggio della storia di Roma assunto quale exemplum di rettitudine e senso di responsabilità politica e civile, Quinto Cincinnato. L'exemplum è celebre, presente in Livio (III xxvi 7-10) e Cicerone (Fin. II 12) ma anche in autori patristici e mediev., come ad es. in Agostino (Civ. V 18; vd. Corrispondenze): "nella pubblicistica antica, infatti, la figura di Cincinnato rappresentava l'attaccamento alle antiche tradizioni rurali" (cfr. il commento ad loc. di Chiesa-Tabarroni Mon., p. 102). Il passo di Cic. Fin. II 12 viene citato da D. al par. successivo, in Mon. II v 10: «Quippe in eius laudem Cicero, contra Epycurum in hiis que De fine bonorum disceptans huius beneficii memor fuit: "Itaque" inquit "et maiores nostri ab aratro duxerunt Cincinnatum illum, ut dictator esset"». Il lemma aratrum ricorre anche in un'altra citazione esplicita da Aug. Civ. XVI 2 in Mon. III iv 7 : «Propter primum dicit Augustinus in Civitate Dei: "Non sane omnia que gesta narrantur etiam significare aliquid putanda sunt, sed propter illa que aliquid significant etiam ea que nichil significant actexuntur. Solo vomere terra proscinditur; sed ut hoc fieri possit, etiam cetera aratri membra sunt necessaria"».
Nelle opere volg. di D. il termine registra una sola occorrenza in Conv. IV v 15, sempre con riferimento a Cincinnato: «Quinzio Cincinnato, fatto dittatore e tolto da lo aratro» (vd. aratro in ED).