Vocabolario Dantesco Latino
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NOTA:
Deverbale da benedico e ampiamente att. nel lat. tardoant. e mediev. col signif. etimologico di laudatio. D. utilizza il termine in Ep. V 30 e in Mon. III vi 20 con la medesima accezione della tradizione lat.: in entrambi i casi, il sost. è inserito all'interno di locuzioni che riconducono la benedictio all'ufficio papale (Apostolice benedictionis, Ep. V 30; benedictio summi pontificis, Mon. III vi 20), sulla scorta di una formularità già att. nell'epistolografia mediev. della curia romana (Innocenzo III, papa Epist. e Alessandro IV, papa Epist.). Pur conferendo al termine il signif. comunemente indicato dalla lessicografia, la benedizione papale diviene funzionale, in entrambe le occorrenze, a descrivere l'immagine della grazia che irradia la virtù divina e si diffonde, appunto, attraverso la benedictio apostolica (vd. apostolicus in VDL): se in Ep. V 30 la consacrazione pontificia rischiara le tenebre della vita terrena con la luce della grazia, in Mon. III vi 20 la virtuosa operatio che discende dalla benedizione papale diviene non tanto un'ingerenza del pontefice sul potere temporale, quanto piuttosto l'auspicabile intervento della grazia divina che il sommo pontefice può invocare sulle vicende umane.