Vocabolario Dantesco Latino
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NOTA:
L'avv., derivato da manifestus, è att. a partire dalla latinità class. ove presenta un'alternanza tra la forma manifesto e la forma manifeste (giudicata post-class. da Lewis-Short s.v. manifestus), senza che però vi siano differenze semantiche tra le due (vd. ThLL s.v. manifesto): la parola, pertanto, vale «aperte, evidenter, dilucide, clare». Lo stesso valore è conservato dal lat. mediev., dove l'avv. ricorre anche nella forma manifestim (vd. DMLBS s.v. manifeste).
L'avv. non è registrato dai principali lessicografi mediev., ma è registrato da Firminus Verris (s.v. manifestus): «Manifeste - adverbium - (...) clare».
D. ricorre a manifeste in tre luoghi della propria produzione lat. a indicare l'evidenza all'intelletto della conclusione del proprio ragionamento (in espressioni quali ut manifeste apparet e ut manifeste est probatum). Simile è l'impiego di manifestamente (in ED) nelle opere volgari (esclusivamente Conv. e Vita nova), dove possiede il signif. di 'chiaramente', 'evidentemente', 'facilmente' (ma anche in qualche caso 'visibilmente').
Oltre a manifeste, D. ricorre anche ai termini collegati manifestatio, manifesto e manifestus (con il suo contrario inmanifestus).