Vocabolario Dantesco Latino
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NOTA:
Il lemma At(h)las, dal greco Ἄτλας, designa sia la catena montuosa dell'Atlante, nell’Africa settentrionale, sia il titano Atlante, da cui i monti prendono il nome. In Ep. VI 12 D. cita i monti dell'Atlante insieme ai Pirenei in Europa e al Caucaso in Asia per indicare i punti estremi dei tre continenti su cui si estese il dominio di Roma. Per tutti e tre gli oronimi D. utilizza le desinenze greche dell’accusativo singolare (Pirenen, Caucason, Athlanta), att. nelle auctoritates da lui compulsate e in epoca mediev. autorizzate dai grammatici (cfr. Gianola, Il greco di Dante, cui si rinvia per l'utilizzo da parte di D. di desinenze greche, e vd. in particolare le pp. 102-104 per le desinenze greche dei nomi della terza declinazione). L'accusativo di forma greca At(h)lanta è att. prevalentemente in poesia (vd. Corrispondenze), mentre l’accusativo con desinenza latina At(h)lantem ricorre per lo più in prosa (ad es. Hyg. Astr. II 3; Fab. 30, 12; Plin. Nat. V 5, 11; VI 199; Oros. Hist. I 2, 72; 94).
D. fa rif. alla catena montuosa dell'Atlante anche in Mon. II iii 13, dove però il lemma Athlas indica il re Atlante, padre di Elettra, da cui secondo D. i monti derivano il nome, con rinvio alla fonte di Orosio per le notizie sulla posizione geografica: «Quod vero Athlas de Affrica fuerit, mons in illa suo nomine dictus est testis, quem esse in Affrica dicit Orosius in sua mundi descriptione sic: “Ultimus autem finis eius est mons Athlas et insule quas Fortunatas vocant”; ‘eius’, idest Affrice, quia de ipsa loquebatur». Similmente, in Mon. II iii 11 Athlas è nome proprio del re Atlante e il lemma ricorre anche in una citazione esplicita di Verg. Aen. VIII134-137: «Electra … nata magni nominis regis Athlantis»; «Dardanus yliace primus pater urbis et auctor, / Electra, ut Grai perhibent, Athlantide cretus, / advehitur Teucros: Electram maximus Athlas / edidit, ethereos humero qui sustinet orbes».
La forma grafica Athlas in luogo di Atlas, tràdita dal testimone unico V di Ep. VI (f. 57v) e ampiamente diffusa nella scripta mediolatina, è frutto di un ipercorrettismo dell’h (in contrasto sotto il profilo etimologico con la forma greca Ἄτλας), segnalata anche dal ThLL e dall’OLD come variante att., ed è così lemmatizzata anche dai lessicografi (vd. Corrispondenze). La stessa grafia ipercorretta è accolta a testo anche dagli editori della Monarchia nelle varie occorrenze del lemma nel trattato.
Sull'analisi del passo di Ep. VI 12 e degli oronimi che vi ricorrono, cfr. anche le voci Pyrene e Caucasus in VDL e in ultimo Vagnoni, Spigolature, pp. 262-265.