Vocabolario Dantesco Latino
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l'agg. è ampiamente att. anche nel lat. mediev. con le sfumature semantiche individuate (vd. Nota).
NOTA:
L'agg., derivato da ratio, è abbondantemente att. dall'età class. con diverse sfumature di senso; la parola, infatti, possiede il signif. generale di «ad rationem (ratiocinationem) pertinens» ma vale anche in particolare «qui (quod) ratione nititur, ratiocinatione utitur» (vd. ThLL s.v. rationalis I A 1), «quod de ratione agit, rationem significat» (vd. ThLL s.v. rationalis I A 2, anche nel lessico tecnico grammaticale), «quod non casu neque sine ordine (...), sed ratione exsistit, ratione intellegi potest» (vd. ThLL s.v. rationalis I A 3) e, secondo un uso specifico del greco λογικός, in età cristiana equivale a spiritualis (vd. ThLL s.v. rationalis II).
Nel lat. mediev. rationalis è altrettanto ben att. e conserva generalmente i signif. individuati, dal momento che vale ora 'dotato di ragione, razionale', 'ragionevole, secondo ragione' e 'pertinente alla ragione' (da cui dipende la Def. proposta; vd. es. DMLBS s.v. rationalis).
D. impiega esclusivamente in De vulg. «rationalis, riservandolo all'uomo (...) e alle sue tipiche proprietà», riservando invece rationabilis «per caratterizzare (...) una (...) affermazione o interpretazione che sia conforme a ragione» (Tavoni De vulg. I iv 3, p. 34, n. ad loc.). La medesima distinzione - conservata dal volgare razionale e razionabile (vd. ibid.) - è sottolineata da Uguccione R 26, 4 («rationale dicitur quod utitur ratione, (…) rationabile quod ratione agitur vel dicitur vel quod ratione agit vel dicit»). D., inoltre, utilizza anche ratio.