Vocabolario Dantesco Latino
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absolvat, Ep. XI 20
absolvi, Ep. XII 4
Ep. XI 20: ut absolvat] ut absolvet L, ut absolvat con. Witte Ep., ut <vos> absolvat con. Parodi, Intorno al testo (Toynbee Ep.), ut adsolet con. Cecchini, Sul testo (Baglio Ep.), ut absolvat rell. edd.
ampiamente att. con il signif. proprio di «solvere, exsolvere» (cfr. ThLL s.v. ablsovo). Per il signif. dantesco è importante l’accezione tecnica che il v. assume nel linguaggio giuridico: «in re iudiciaria liberare, solvere», ThLL s.v. absolvo II 2 a-b. Vd. ad es. Liv. II viii 1 Latae deinde leges, non solum quae regni suspicione consulem absolverent, sed quae adeo in contrarium verterent ut popularem etiam facerent; inde cognomen factum Publicolae est (CC); Aug. Serm. 22, 6 Misit legem, venit cum indulgentia. Reum te fecerat lex, absolvit te qui dedit legem. Immo non absolvit, nam absolvere est innocentem iudicare (Augustinus).
Uguccione, S 187, 3 (s.v. solvo): Solvo componitur absolvo -is, a vinculo vel impedimento solvere et liberare, unde absolutus -a -um (DaMA).
Balbi (s.v. solvo) = Uguccione (Mirabile).
NOTA:
Composto di ab- e solvo, termine esclusivo delle Epistole. Nell’occorrenza di Ep. XI 20 il v. assume il signif. religioso di 'perdonare, rimettere i peccati' e costituisce un locus criticus: il codex unicus L tramanda la lezione absolvet, ma già Witte nel 1827 pubblicava absolvat, trasformando tacitamente il futuro semplice absolvet nel congiuntivo presente absolvat retto da ut, lezione poi accolta dalla quasi totalità degli editori: «Vergognatevi dunque di essere accusati e ammoniti da così in basso e non dal cielo perché vi assolva» (trad. di Pastore Stocchi Ep.). Sulla scorta di Parodi, Intorno al testo, p. 270, Toynbee Ep. aveva integrato vos («ut <vos> absolvat»), per ottenere una corretta clausola di cursus velox (de célo ut vos absόlvat); Cecchini, Sul testo, p. 393-394, invece, seguito da Baglio Ep., p. 51 e 210, proponeva la correzione adsolet, con ut di valore avverbiale, anche sulla scorta di ut adsolet in Ep. VII 8 e Mon. II ix 11: i cardinali non sono stati biasimati e ammoniti dal cielo, come suole accadere (ut adsolet), ma da molto più in basso, ossia dallo stesso D.
In Ep. XII 4 il v. absolvo è utilizzato nel suo signif. giuridico di 'prosciogliere da un’accusa, liberare da una condanna': l'esilio di D. può essere revocato grazie all’ordinamento relativo all’assoluzione degli sbanditi promulgato da Firenze (cfr. anche absolutio, bannitus, oblatio, ordinamentum in VDL). Come già notavano Toynbee Ep., p. 155 e Monti Ep., p. 313, il v. absolvo è termine tecnico che nelle Provvisioni indicava la remissione della colpa (cfr. Corrispondenze).
Il v. assolvere, che trova la sua prima att. nella lingua volgare nella Rettorica di Brunetto Latini, ricorre 5 volte nel volgare dantesco, per cui vd. assolvere in ED.