torqueri, Ep. VI 7
torqueatur, Ep. XIII 5
Nel lat. dantesco il v. registra due occorrenze nelle Epistole.
In Ep. VI 7, la congettura conquiri è divenuta vulgata a partire dall'ed. Fraticelli (1857), il cui testo latino delle Epistole era a cura di Witte, come dichiarato a p. 432, al quale risale dunque la prima proposta testuale della forma conquiri, accettata da tutti gli editori successivi, i quali hanno sempre erroneamente ritenuto che conquĕri fosse la lezione tràdita da V, unico testimone di questa epistola, ma non accettabile perché non pertinente al contesto (conquĕri, infinito di conquĕror, signif. 'lamentarsi') e contro le regole di una clausola canonica di cursus planus in fine di periodo. Con l’intento di recuperare la presunta lezione tràdita in luogo della congettura vulgata conquiri, Rizzo, La lingua nostra, p. 555 ha proposto di conservare conqueri interpretandolo come infinito passivo di con-quaero, att. in ambito mediolat. nella forma monottongata conquēro, secondo la consueta grafia medievale, con l’aggiunta del prefisso al v. base senza apofonia, cui invece è soggetta la forma composta conquiro. La presunta lezione tràdita conqueri è stata poi rigettata da Reeve, Testimoni unici, pp. 94-95 a fronte di un controllo paleografico che ha rivelato essere torqueri la lezione tràdita dal codice V, letta quindi correttamente e accettata a testo nell’editio princeps di Torri del 1842, p. 36, ma senza seguito negli editori successivi (con l'unica eccezione dell'ultimissimo editore Grévin 2023, p. 55, che alla luce del recente dibattito accoglie a testo torqueri). L'errata lezione conquēri è stata accettata a testo solo nell'edizione di Baglio Ep., p. 138, che l'attribuisce al ms. V e definisce erroneamente congettura di Torri la corretta lezione tràdita torqueri (vd. Varianti e/o congetture; Rizzo, Note, pp. 283-292 e Baglio Ep., p. 43). La lezione tràdita torqueri è accettabile sotto il profilo ritmico (sono rispettate le regole di una clausola di planus, polisillabo parossitono + trisillabo parossitono: abstenuáta torquéri) e sotto il profilo semantico: le legum sanctiones alme e l’humana ratio, contrariamente alle rivendicazioni dei Fiorentini ribelli, decretano e stabiliscono (declarant et decernit) che i publica rerum dominia, per quanto a lungo trascurati (quantalibet diuturnitate neglecta), non possono mai venir meno (numquam posse vanescere) e, per quanto del tutto indeboliti (abstenuata), non possono ‘essere deformati, distorti’ (torqueri). Sulla questione cfr. anche Albanese, Per il vocabolario, p. 171; Ead., Nel cantiere, p. 23 e nota 45.
In Ep. XIII 5 torqueo ricorre con il signif. di ‘volgere in altra direzione’ in rif. allo sguardo.
In volg. il v. trova corrispondenza nel latinismo torcere, ad alta frequenza nella Commedia, spesso con il signif. di ‘volgere in altra direzione’ rif. allo sguardo, per cui cfr. torcere in ED.
Ep. VI 7: torqueri] torqueri V, Torri Ep., Grévin Ep., conquiri con. Witte apud Fraticelli Ep. (conquiri rell. edd.), conqueri con. Rizzo, La lingua nostra (Baglio Ep)., torqueri restituit Reeve, Testimoni unici
Papias (s.v. torquet/torqueo): torquet, involuit, lacerat, regit, iactat, implicat, innectit. Torqueo, -es, torsi, tortus et torsus antiquitus. Inde tortor, tortura, torques, torcular. Componitur extorqueo (Mirabile).
Uguccione, T 142, 1 (s.v. torqueo): torqueo, -es, -si, torsum vel tortum, idest cruciare, et torquere idest flectere vel volvere vel mittere, iaculari, unde tortilis, -le, tortiliter (DaMA).
Balbi (s.v. torqueo) = Uguccione (Mirabile).