In Mon. II v 1 il termine viene utilizzato per definire il diritto quale corretto rapporto reale e personale di un uomo verso un altro, che – se mantenuto – mantiene salda la società, permettendo così di perseguire il bene comune dei suoi componenti, e dunque il fine del diritto stesso (cfr. Chiesa-Tabarroni Mon. II v 1, pp. 96-97, n. ad loc.).
In Questio 42 l'espressione secundum proportionem quantitatis viene utilizzata per definire la proporzione della quantità, ovvero il rapporto fra una quantità, ossia a qualcosa che può mutare, e una qualità fissa. D. sta sostenendo un procedimento logico: partendo dal presupposto che la Terra è un corpo semplice, dovrà possedere ogni qualità in modo uniforme nelle sue diverse parti; la gravità è una di queste qualità e non potrà dunque che essere uniforme in proporzione e in relazione alla quantità, ossia alla grandezza e al peso degli elementi che la Terra compongono (cfr. Rinaldi Questio 42, p. 721 e Padoan Questio XVIII, p. 23).
non particolarmente att. nel lat. class. assume i signif. tecnici di ‘simmetria’ in architettura, ‘analogia’ in grammatica, ‘quantità’ in aritmetica e musica, ‘similitudine’ in logica (vd. ThLL s.v. proportio); ancora ‘comparazione e rapporto di una cosa verso un'altra’ (vd. Forcellini s.v. proportio); a titolo esemplificativo, Vitr. III1 proportio est ratae partis membrorum in omni opere totius que commodulatio, ex qua ratio efficitur symmetriarum (CC); Gell. II xxv 2 Ἀναλογία est similium similis declinatio, quam quidam Latine 'proportionem' vocant (CC).
Att. anche nel lat. tardoant. con il signif. di ‘rapporto, proporzione’ (vd. Blaise Patr. s.v. proportio); a titolo esemplificativo Aug. Civ. VIII 15 Nam et illa ratio Platonis, qua elementa quatuor proportione contexit atque ordinat, ita duobus extremis, igni mobilissimo et terrae immobili, media duo, aerem et aquam, interserens, ut quanto aer est aquis et aere ignis, tanto et aquae superiores sint terris; satis nos admonet animalium merita non pro elementorum gradibus aestimare (CC).
nel lat. mediev. il termine continua a mantenere i signif. tecnici class. e il signif. generico di ‘rapporto’; si aggiunge a questi il signif. di ‘limite, possibilità, potere’ (vd. Blaise Mediev. s.v. proportio); per meglio specificare il termine nel suo signif. generale, la proportio necessita di un minimo di quattro termini (quantitates), comparati a due a due per essere infine posti in proporzionalità; per quanto riguarda i signif. tecnici si può quindi distinguere: una proportio arithmetica quando tre o più quantitates si succedono in maniera tale che la differenza tra un elemento e il suo precedente sia costante; una proportio geometrica quando tre o più quantitates si succedono in maniera tale che il rapporto tra un elemento e il suo precedente sia sempre costante; una proportio harmonica quando tre numeri sono ordinati in maniera tale che il rapporto fra il massimo e il minimo sia il medesimo fra la differenza dei due maggiori e dei due minori; a livello morale invece si possono distinguere: una proportio etica distributiva che segue la proportio geometrica e una proportio etica commutativa che segue la proportio aritmetica (vd. Lex. Philos. Chauvin s.v. proportio); a titolo esemplificativo, Tommaso d'Aquino, Summa Theol., I, q. 12, art. 1, arg. 4 Sed nulla est proportio intellectus creati ad Deum, quia in infinitum distant (LLT); I, q. 12, art. 1, resp. 4 Ad quartum dicendum quod proportio dicitur dupliciter. Uno modo, certa habitudo unius quantitatis ad alteram; secundum quod duplum, triplum et aequale sunt species proportionis. Alio modo, quaelibet habitudo unius ad alterum proportio dicitur. Et sic potest esse proportio creaturae ad Deum, inquantum se habet ad ipsum ut effectus ad causam, et ut potentia ad actum. Et secundum hoc, intellectus creatus proportionatus esse potest ad cognoscendum Deum (LLT).
Isid. Orig. I xxviii 28: Analogia Graece, Latine similium conparatio sive proportio nominatur (Mirabile).
Papias (s.v. proportio): proportio est duorum terminorum ad se invicem quedam comparatio (Mirabile).
Uguccione, P 25, 8-9 (s.v. partior): Item a pars hec portio -nis, idest pars vel partitio, et componitur hec proportio -nis, idest similitudo, habitudo, comparatio, unde proportionalis -le, proportionaliter, et hec proportionalitas -tis, et differt a proportione quia proportio est habitudo unius ad aliud et proportionalitas plurium habitudinum comparatio inter se (DaMA).
Balbi (s.v. proportio): proportio ex pro et portio, portionis componitur hec proportio, -onis, id est similitudo habitudo comparatio, unde hoc et hec proportionalis [...], quia proportio est habitudo unius ad aliud [...] (Mirabile).
a titolo esemplificativo, Benvenuto da Imola ad Purg. XI 103-108: Hic poeta, sive Odorisius, ostensa vanitate famae, ostendit eius brevitatem; et est litera fortis, sed in effectu videtur velle dicere, quod fama hominis, quae durat mille annis, imo mille millibus si sit possibile, parva imo nulla est si comparetur ad aeternitatem, quia finiti ad infinitum nulla est proportio (DDP).