inpictus, -a, -um (agg.)

1. dipinto (Pastore Stocchi Eg.).
Eg. II 13 herbarum vario florumque inpicta colore.
Eg. 1
inpicta, Eg. II 13
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Hapax nel lat. dantesco. Composto di in + pictus (da pingo = dipingere, pitturare, colorare), con oscillazione grafica inp-/imp- nel mediolat. per effetto della regola di Prisciano. L'agg. non è att. nel lat. class. e tardoant., dove si rilevano solo rare att. del v. impingo, ed è raro nel mediolatino; i lessicografi mediev. non registrano inpingo (imp-) tra i composti di pingo (con l'eccezione di Osberno), né la forma del participio aggettivale inpictus.

L’agg. ha lo stesso signif. di pictus ed è utilizzato da D. in Eg. II 13 a definire i pascoli variopinti da molteplici tonalità di fiori ed erbe. Il termine non ha precedenti nella tradizione bucolica e non registra att. successive a D.
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Voce corrispondente nelle opere volgari di Dante:
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Latino classico e tardoantico:
non si registrano att. dell'agg. inpictus (imp-), ma si segnala qualche rara occorrenza del v. impingere nella tarda latinità, con il signif. di 'dipingere' (cfr. ThLL s.v. 2. impingo).
Latino medievale:
rare att. dell'agg. inpictus (imp-), tra cui: Carm. bell. Sax., II 122 scutis impicta gerebant / fortia facta patrum (MGH); Eccheardo IV di San Gallo, Casus S. Galli, p. 99 tredecim sedilia cum psalteriis, aut auro inpictis (MGH); Goffredo di Monmouth, Hist. Brit., p. 438 o imago sancte Marie, Dei genitricis inpicta, ipsum in memoriam ipsius sepissime revocabat (LLT).
Lessicografi medievali:
La forma dell'agg. non è registrata dai lessicografi, che per la maggior parte non comprendono neppure impingo tra i composti di pingo. Fa eccezione Osberno, P xlix (s.v. pingo): Pingo componitur depingo is, impingo is, compingo is, et ab istis verbalia (Mirabile).
Commentatori danteschi:
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Autore: Veronica Dadà.
Data redazione: 12.06.2022.