Eg. 1
Ep. 1
coluber, Eg. IV 23; Ep. V 6
Il sost. registra due occorrenze nel lat. dantesco, assai differenti tra loro per valenza e connotazione, sebbene entrambe comprese sotto il signif. di 'serpente'. In Eg. IV 23 D. richiama per bocca di Alfesibeo il «Libies coluber», inserendolo nella sequenza paradigmatica dei conformia vite quale exemplum di animale che ricerca istintivamente per il proprio plazer ciò che è conforme al suo stile di vita (vd. arena, Libie, squama in VDL). Il sost. non è tipico del lessico bucolico.
L’associazione al coronimico, con cui nel lat. class. e mediev. si designava l’Africa settentrionale, deriva dal fatto che la Libya è tradizionalmente definita terra di serpenti: al riguardo si esprimevano già Ov. Met. IV 617-620 e Lucan. IX 700-733, fonti presenti a D. nello strutturare la digressione sui rettili africani di Inf. XXIV 85-87, a cui il luogo di Eg. IV 23 si ricollega. La connessione tra la regione e la sua abbondanza di serpenti, riconosciuta da Isid. Orig. XIV 5 (De Libya), 15 «Ferarum quoque et serpentium referta est multitudine» (Mirabile), è evidenziata anche dai commentatori danteschi al passo: cfr. ad es. Ottimo, ad Inf. XXIV 79-87 «Libia, sì come scrivono Ovidio et Lucano, contiene in sé molte et molte spetie di serpenti de’ quali l’auctore nomina alquanti, la quale cosa adiviene per la corructione de l’aere et multiplicatione d’arida arena» (DDP); Guido da Pisa, ad Inf. XXIV 79-90 «Ista itaque Libia in quadam sui parte serpentibus dicitur esse plena, ut patet per Lucanum et alios scriptores qui de mundi conditionibus conscripserunt» (DDP).
In Ep. V 6, invece, D. cala l’immagine del coluber entro una similitudine che si rifà alla topica connotazione negativa dell’animale («culpa vetus ... ut coluber»), di ascendenza biblica. Esso ricorda infatti il serpente della Genesi, oggetto della punizione divina (Gn. 3, 14, cfr. Baglio Ep., p. 119), e più in generale si riconnette alla valenza negativa del serpente nell’immaginario mediev., dove è tradizionalmente associato al peccato e all’inganno (anche i lessicografi mediolatini lo definiscono come animale che predilige luoghi oscuri). L’immagine rimanda al passo di Purg. VIII 97-108, dove l’insidia del serpente è vinta dagli angeli (cfr. Rigo, Tempo liturgico, p. 41).
Il sost. trova corrispondenza nel volgare colubro di Par. VI 77 «Piangene ancor la trista Cleopatra, / che, fuggendoli innanzi, dal colubro / la morte prese subitana e atra», latinismo utilizzato a indicare non un generico serpente, bensì specificamente l’aspide con cui Cleopatra si diede la morte (vd. colubro in VD).
colubro, vd. VD.
numerose att. (cfr. MLW, s.v. coluber / colubra), tra cui: Pier Damiani, Epist. 97, p. 70 Avaricia quippe quasi biceps est coluber, utroque consuevit ore mordere, utroque pestiferum virus influere (CC); Pier Damiani, Romul. VII Recede, canis inmunde; evanesce, coluber veternose (CC); Pier delle Vigne, Epist. I, xiv, p. 119 Sedentes enim ut colubri, non quae sursum sunt sapitis, sed quae ante oculos sita sunt mundana (CC); Stefano da Vimercate, De controversia 170-171 Emulus usque fugit ceu noctua munera lucis / ut colubrum gratus quem quoque ledit odor: / res horrenda satis livor simulata colubro (Poeti d'Italia); Albertino Mussato, Somnium 126 Ad postes sub lege canis iacet ore trifauci, / monstrum fedum, ingens, rubei quem mille colubri / circumstant, varii linguntque petigine vermes (Poeti d'Italia).
Isid. Orig. XII 4, 2: colubrum ab eo dictum, quod colat umbras, vel quod in lubricos tractus flexibus sinuosis labatur (Mirabile).
Papias (s.v. coluber): coluber, colubri dicitur quod colat umbras vel quod sit lubricosus. Cervum fugit, leonem interficit. Coluber, colubri, cuius foemininum colubra facit (Mirabile).
Uguccione, C 220, 13 (s.v. colo): et hic coluber -bri et hec colubra, quia colit umbram, genus est serpentis, unde hic coluberculus diminutivum et colubrinus -a -um (DaMA).
Balbi (s.v. coluber): coluber a colo, -lis, dicitur hic coluber, -bri, penultima correpta, et hec colubra, -bre, quia colat umbram. Genus est serpentis, unde colubrinus, -na, -num. Coluber cervum fugit, leonem interficit (Mirabile).