Eg. 3
Ep. 2
Mon. 6
pastor, Eg. II 35; Ep. V 17
pastorem, Mon. III iii 18
pastores, Eg. IV 26; IV 60; Mon. II x 3; Mon. III iii 7
pastoribus, Mon. I iv 3
pastoris, Ep. XI 13
pastorum, Mon. III xv 3-4
Il sost. deriva dal verbo pasco e indica in senso proprio ‘colui che ha cura di nutrire e custodire il gregge’. In senso fig. assume nel lat. class. il signif. di ‘capo di un popolo o dell’esercito’ (Forcellini s.v. pastor) e nel lat. mediev. quello di ‘capo della Chiesa’, ‘ecclesiastico’ (Du Cange s.v. pastor).
Nella poesia lat. dantesca sia in Eg. II 35 che in Eg. IV 26, il sost. indica la figura di tipizzazione bucolica. La fonte virgiliana offre modelli per l’impego del sost. in qualsiasi posizione nel verso: nell’incipit, come in Eg. IV 26, è già in Verg. Ecl. VII 25 o Georg. III 2; dinanzi a cesura, come in Eg. IV 60, è già in Verg. Ecl. II 1; in clausola, come in Eg. II 35 è già in Georg. II 435.
In prosa, il signif. letterale ricorre solo in Mon. I iv 3, il passo in cui D. cita Lc 2, 13-14 e, sostenendo l’importanza della pace universale, ricorda che, ai pastori adoranti Gesù appena nato, non furono annunciati beni materiali ma la pace (Chiesa-Tabarroni Mon., ad loc.). In tutti gli altri passi in prosa, invece, il sost. è sempre impiegato in senso fig., nell’ambito della metafora del pastore che guida il suo gregge. Soltanto in Ep. V 17 il sost. non è riferito a una figura religiosa, ma a Enrico VII: l’imperatore è l’ettoreo pastore, appartenente cioè alla stirpe troiana di Ettore e quindi latina, che potrà riconoscere come pecore dell’ovile chi, come D., ha patito ingiuria. In tutti gli altri casi il sost. designa l’ecclesiastico di alto rango, a capo della comunità di fedeli, il Papa o i vescovi. In due passi D. si riferisce a coloro che sono soltanto sedicenti pastori: in Ep. XI 13, ribadendo il concetto anche tramite l’impiego del grecismo archimandrita (vd. archimandrita in VDL), D. sostiene che le sue parole possano non insultare ma suscitare la vergogna di chi è ‘pastore’ soltanto di nome. In Mon II x 3 i pastori che arricchiscono i propri favoriti con i beni della Chiesa vaneggiano contro il principato romano, negandone il principio originario di diritto. Anche in Mon. III iii 7, insieme al Papa, i pastores rifiutano di riconoscere che l’Impero romano fu di diritto, ma soltanto per eccesso di zelo, per cui si profilano per l’autore non come nemici ma avversari dialettici. In Mon. III iii 18 il pastor è il Papa, verso il quale, così come verso quanti esercitano la fede cristiana, D., che si è assunto il compito di rivelare a tutti la verità sull’imperatore, sa di essere pius. In Mon. III xv 3-4 i pastori e il pastore sommo sono rispettivamente i vescovi e il Papa per i quali la vita di Cristo ha costituito un modello. Anche nel less. volgare dant. il sost. ha signif. sia letterale che fig., con il valore di ‘ecclesiastico’ ( vd. pastore in ED).
Come figura di tipizzazione bucolica, il sost. ricorre anche in Giovanni del Virgilio, Eg. III 23 «Archades exultant audito carmine nymphe / pastoresque, boves et oves hirteque capelle»; 96 «Sed lac pastori fors est mandare superbum»; 79 «testis Achilleus Chyron et pastor Apollo»; in quest’ultimo passo il sost. è riferito ad Apollo, che, secondo il mito, dopo aver ucciso i Ciclopi, fu costretto da Giove a prestar servizio presso Admeto, re di Fere.
Nel lat. successivo a D. il sost. continua ad essere ampiamente utilizzato in ambito bucolico, ad es. in Giovanni del Virgilio, Eg. Muss. 63 e Petrarca, Buc. II 5: «viderat ulla dies: passim saturata iacebant / armenta et lenis pastores somnus habebat» (Poeti d'Italia), oppure nella poesia epica di Petrarca, Africa VII 837, in rif. al personaggio mitologico Polifemo: «precipitare videns, confestim elephante relicto / prerapidum conscendit equum, vultuque minaci / terribilis, qualis pastor Poliphemus ab antro / turbidus Eolio, vel qualis ab ethere tristis» (Poeti d'Italia).
il sost. è ampiamente att. (ThLL s.v. pastor). In rif. al less. bucolico dantesco, le occorrenze più significative sono le seguenti: Verg. Ecl. II 1 Formosum pastor Corydon ardebat Alexim (CC); Verg. Ecl. X 51 carmina pastoris Siculi modulabor avena (CC); Verg. Ecl. VII 25 pastores, hedera crescentem ornate poetam, / Arcades (CC); Verg. Georg. III 2 et te memorande canemus / pastor ab Amphryso (CC); Verg. Aen. II 57-58 Ecce manus iuvenem interea pos terga revinctum / pastores magno ad regem clamore trahebant (CC); Verg. Aen. III 655 ipsum inter pecudes vasta se mole moventem/ pastorem Polyphemum et litora nota petentem (CC); Ov. Fast. IV 795 pars quoque, cum saxis pastores saxa feribant (CC); Stat. Ach. II 51 fertur in Hectorea, si talia credimus, Ida / electus formae certamina solvere pastor (CC); Gv. 10, 14 ego sum pastor bonus et cognosco meas et cognoscunt me meae (Bibliotheca Augustana); Lv. 27, 32 omnium decimarum boves et oves et caprae quae sub pastoris virga transeunt quicquid decimum venerit sanctificabitur Domino (Bibliotheca Augustana); Ambr. In Psalm. XII xlviii 21 simul cognosce, o homo, quia Christus verus est pastor, qui suos pascit ad vitam (CC).
att. molto frequenti (cfr. DMLBS s.v. pastor), vd. ad es. Modoino, Nas. II 65 servat celsaque rimas. Non solitus pastor gelida recubare subumbra, Rusticus (DaMa); Ecl. Theoduli 4 amoena capellas Natus ab Athenis pastor cognomine Pseustis, Pellis pantherae corpus (DaMa); Metello di Tegernsee, Quirin. II 1 Dum movisse pedes sacras vult pastor ad edes / anxius armenti Coridon a clade retenti (DaMa); Tommaso D’Aquino, Rep. Ioh. X iii 1 officium boni pastoris est caritas; unde dicit bonus pastor (LLT); Albertino Mussato, Obsid. II 254 si fugiat pastor timidus, seu forsitan absens (Poeti d'Italia); Castellano da Bassano, Poem. I 105 quippe sacer pastor Frederico plura iubebat (Poeti d'Italia).
Papias (s.v. pastor): pastor: magister pecoris custos (Mirabile).
Uguccione, P 35, 1-2 (s.v. pasco): pasco, -is, -vi, idest dare pastum: ‘pastor pascit oves’, idest dat pasturo ovibus. Ponitur etiam quandoque pro depascere, ut ‘ovis pavit pratum’, idest depavit, idest corrosit. Unde hic pastor, a quo hic pastorculus diminutivum (DaMa).
Balbi (s.v.): Pastor a pasco -cis derivatur; hic pastor toris (Mirabile).
Gli esegeti della Commedia tendono ad impiegare frequentemente il sost. in rif. al Papa o nell’ambito della spiegazione di una metafora bucolica; tra gli esempi del primo caso:
Graziolo Bambaglioli ad Inf. XIX 82-87: Per hec verba vult predicere papa Nichola de Ursinis quod post mortem pape Bonifatii alius pastor in pontificatu succedet, qui tam symoniace et scelerate vivet in orbe quod eodem papa Niccola et etiam Bonifatio deterior et magis symoniacus reputabitur; dicit etiam quod ipse futurus pastor sic tractabitur a rege France (DDP).
Tra gli esempi del secondo caso:
Benvenuto da Imola ad Purg. XXVII 76-87: Sicut enim videmus de facto capra levitate corporis et acumine visus tendit ad alta cacumina montium, et rapit apices arborum et virgultorum, et quando est cibata pastor reducit eam ad umbram, ubi ipsa quiescendo ruminat. […] dixi quod nos tres eramus sicut caprae et pastor; sed volo quod intelligas, quod comparatio caprarum respicit me, comparatio vero pastoris respicit ambos poetas’ (DDP).