Mon. 1
auxiliatio, Mon. I v 6
Hapax nel lat. dantesco. Il sost., derivato deverbale da auxiliari, ha un’origine piuttosto tarda, è scarsamente att. ed è sinon. di auxilium (vd. ThLL s.v. auxiliatio).
La parola risulta estremamente rara anche nel lat. mediev.: alle att. riportate, che costituiscono il corpus integrale delle occorrenze attingibili tramite database, si deve aggiungere la citazione di Cassiod. In psalm. 26, 4 presente in Brunone di Würzburg, Exp. Ps. 26, 5: «Castra enim valida munitio est, quam expugnare facile non potest impetus irruentis, sed haec omnia dicit sibi esse contemptibilia, cum valletur, auxiliatione divina» (CC).
Il sost. non è registrato dai principali repertori del lat. mediev. e non compare nei lessicografi mediev.; è att., però, in Firminus Verris (s.v. auxilium): «Auxiliatio .tionis - (...) auxilium».
D. ricorre un'unica volta nelle sue opere lat. ad auxiliatio, mentre impiega in due luoghi auxilium. Sebbene i due termini siano generalmente recepiti come sinon., nell'uso dantesco sembrano essere caratterizzati da sfumature diverse: auxiliatio, infatti, pare avere una valenza più strettamente operativa, denunciata dal suffisso -tio ('atto del soccorrere, del sopperire, del prestare aiuto'); auxilium, invece, ricorre esclusivamente in contesti caratterizzati dall'intervento divino.