Eg. 1
Hapax nel lat. dantesco. Composto nominale di astrum e colo privo di att. nel lat. class. e raro nel mediolatino, il sost. ricorre in Eg. II 49 a designare le anime del Paradiso, come chiarisce la glossa trasmessa dallo Zibaldone Laur. 29.8 «idest Paradiso». Il termine è modellato sul corrispondente class. e più ampiamente diffuso caelicola, ‘abitante del cielo’, composto di matrice epica att. a partire da Ennio, Ann. 445 (cfr. ThLL s.v. caelicola; tra le occorrenze successive: Verg. Aen. II 641; VI 554; 787; X 6; 97; 117; Ov. Met. I 174; VIII 637; Lucan. VII 658; Stat. Theb. I 204; 553; III 235 etc.), e su analoghi composti in -cola al secondo membro diffusi fin dal lat. class. (cfr. Lazzeroni, Composti in -cola e -gena; sui composti in -cola nel mediolatino, Stotz II §§ 154.1-4).
L’uso dantesco del termine si configura quale raffinato responsorio a Giovanni del Virgilio, Eg. I 5 «astripetis Lethen, epyphebia regna beatis», dove astripetis, composto di astrum e peto, designava le anime del Purgatorio, come registra la glossa di L: «idest purgantibus se» (vd. astripetus in VDL). La pregnanza dei due termini, tanto nell’epistola metrica delvirgiliana quanto nell’egloga dantesca, è sottolineata dall’identica collocazione in incipit di verso, favorita dalla struttura coriambica di questi composti (cfr. Perret, La forme des composés).
Nel passo di Eg. II 48-50 il sost. è strettamente connesso, anche sotto il profilo concettuale, all’altro composto nominale circumfluus di v. 48, dato che i «circumflua corpora» rimandano alle sfere celesti dell’Empireo cristiano ed entrambi i termini convergono nella designazione del Paradiso (cfr. circumfluus in VDL). Più in generale, l’uso di simili composti nominali è tratto ricorrente nella poesia dantesca delle Egloge: vd. anche alipes, curriger, longevus, prepes, soporifer, vatificus, virgifer in VDL e l’analisi condotta in Dadà, Sui composti nominali (pp. 33-34 per astricola).
Il sost. non registra att. successive di ambito bucolico; ricorre nella poesia umanistica in Baratella, Polydor. I 267 «astricole metuunt mea sceptra per axes» (Poeti d'Italia); Ecatom. 70, 17 «Hic tenet ossa potens armis Archorius alma / astricolas qui mente colit Mavortis ad axem» (Poeti d'Italia); 73, 12 «dulse sit astricolas, quibus est vaga gratia, dicere odis» (Poeti d'Italia); Malvezzi, Tarent. IV 356 «at tu si Superum colis alta palatia regni, / ut decet astricolas, adeundis quaeso periclis / dexter ades» (Poeti d’Italia).