Mon. 1
ypostasi, Mon. III xii 5
Grecismo e hapax nel lat. dantesco. Il termine hypostasis, derivato dal greco (ὑπόστασις) e ricorrente anche nelle grafie ipostasis e ypostasis, inizia a essere att. piuttosto tardi in lat., ove è impiegato nel lessico filosofico come sinon. di substantia (vd. ThLL s.v. hypostasis 1) e nel linguaggio della medicina, ove indica «quod ex urina subsistit» (vd. ThLL s.v. hypostasis 2).
In età mediev. (vd. es. Blaise Mediev. s.v. hypostasis) la parola è acquisita come tecnicismo della lingua della filosofia e della teologia (è interpretata di volta in volta come substantia, subsistentia, persona, essentia e natura), «ma il valore originario di “sedimenti” e quindi di “costanza”, “permanenza”, è attestato nei glossari medievali» (vd. ipostasi in ED, A. Maierù).
D. impiega in Mon. III xii 5 il sost. in funzione chiaramente filosofica; notevole è il sintagma «absque ypostasi substantie subsistentis»: «la terminologia tecnica viene qui utilizzata quasi con ostentazione, a rimarcare la grossolanità dell’errore degli avversari: nel discorso metafisico hypostasis vale suppositum, cioè il soggetto individuale che ‘sta sotto’ e ‘sostiene’ la natura specifica e gli accidenti» (Chiesa-Tabarroni Mon., p. 212, n. ad loc.).
La frase «Aliter omnia reducerentur ad predicamentum substantie, cum nulla forma accidentalis per se subsistat absque ypostasi substantie subsistentis: quod est falsum» – proprio per la parziale sinonimia tra hypostasis e substantia – è stato variamente resa dai traduttori. Se Quaglioni Mon. traduce entrambi i termini - «Altrimenti ogni cosa si ricondurrebbe sotto il predicamento della sostanza, non potendo sussistere per sé alcuna forma accidentale senza l’ipostasi di una sostanza sussistente: cosa che è falsa» (soluzione simile è stata proposta es. da Sanguineti Mon.: «(…) nessuna forma accidentale può sussistere da sola senza il fondamento di una sostanza sussistente (…)»; praticamente identico Cassell Mon. che traduce «the foundation of a substance underlying it») - più interpretativo risulta Chiesa-Tabarroni Mon.: «Se cosí non fosse, dato che nessuna forma accidentale può sussistere senza che esista una sostanza sottesa, ogni cosa dovrebbe essere riferita alla categoria di sostanza; ma questo è falso». Una soluzione diversa per la resa di ypostasis è proposta da A. Maierù (ipostasi in ED: «Nel testo di D., dove occorrono anche substantia e subsistentis, il valore del termine sembra essere quello di “permanenza”. Il passo va quindi tradotto: “Altrimenti tutto si ridurrebbe alla categoria di sostanza (giacché nessuna forma accidentale sussiste per sé senza il permanere di una sostanza sussistente), il che è falso”».
Ypostasis, parola di impiego certamente non comune, è stata recepita dai copisti dei mss. che tramandano Mon. con qualche difficoltà: accanto al corretto ypostasi, infatti, ricorrono ypotasi (E), compostasy (P), ipso stasim (Ph) e postasi (Y).
Papias (s.v. hypostasin): Hypostasin dicunt Graeci substantiam individuam. Nos vero propter inopiam nominum personam eam dicimus, nos substantiam vel subsistentiam appellamus (Mirabile).
Uguccione, I 88, 23 (s.v. ypa): (…) ypostasis, idest substantia intellecta sine forma, scilicet primordialis materia, et dicitur sic quasi substans, quia habet substare omnibus accidentibus, et omnia accidentia in se recipit, nullo tamen informatur, sicut in phisicis aperte disseritur (DaMA); S 301, 4 (s.v. stasis): (…) ypostasis, idest substans, idest substantia intellecta sine qualitate, et proprie convenit primordiali materiei (DaMA).
Balbi (s.v. ipostasis): Ipostasis componitur ab ipos quod est sub et stasis quod est status vel stans, et dicitur hec ypostasis scilicet substantia intellecta sine forma, scilicet primordialis materia. Et dicitur sic quasi substans, quia habet substare omnibus accidentibus et omnia accidencia in se recipiti, nullo tamen transformatur (secundum Hug<uccionem>), unde ipostaticus -ca -cum. Item scias quod Greci utuntur eodem modo hoc nomine ipostasis sicut nos utimur hoc nomine persona. Unde potest dici quod tres sunt persone in divinis vel tres ypostases, idest tres subsistentes. Et facit genitivus pluralis ypostasum (…) (Mirabile).