Vocabolario Dantesco Latino
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imperatoriam, Ep. VII 9
imperatorio, Mon. II v 9
NOTA:
Già nel lat. class. il valore del termine muta a seconda del contesto di rif.; la suddivisione delle occorrenze nel ThLL (vd. supra Corrispondenze) rispecchia sostanzialmente questa ambivalenza. Per le situazioni riferibili all’età monarchica o repubblicana, mantiene il valore etimologico originario di indicare ciò che è relativo al comando, più o meno supremo; dall’età imperiale, invece, assume la connotazione specifica di riferirsi alla suprema carica monarchica.
D. in qualche modo rispecchia questa distinzione, utilizzando il termine sia in rif. a Cincinnato (che certo non poteva cosiderare un sovrano), tra i massimi ess. di fedeltà all’istituzione repubblicana, sia per la persona stessa dell’imperatore contemporaneo. Cincinnato si colloca però in una dimensione ideale, assoluta, quasi atemporale; e non va dimenticato che per D. la repubblica e l’impero romani sono in continuità, come due fasi (preparatoria e realizzata) dello stesso dominio. Arrigo VII è poi un personaggio ben reale, e anzi lo stesso destinatario al quale l’Ep. VII è indirizzata: l’allocuzione di D. non può che tenere conto della dignità (“maestà imperiale”) che deve essere tributata all’interlocutore. Il vocabolo è assente dalle opere in volgare di D.; la prima att. in italiano è in Accursio di Cremona (1321-1327, cfr. TLIO s.v. imperatorio).
Come è normale attendersi, il vocabolario relativo all'impero è piuttosto vario nella Mon.: si vedano imperium, imperator, imperialis, imperiatus e impero.