Hapax lat. dantesco, il sost. ricorre in Eg. IV 23 in rif. al coluber che spazza la sabbia del deserto libico, richiamato da D. quale exemplum di animale che ricerca istintivamente per il proprio plazer ciò che è conforme al suo stile di vita (vd. arena, coluber, Libie in VDL). Il termine è att. fin dal lat. class. nel signif. dantesco, in connessione alla pelle di serpenti o pesci; non è però distintivo della poesia pastorale, dato che non ricorre nella bucolica precedente a D. Nel lat. class. gli usi poetici si concentrano soprattutto nell’epica, mentre nella poesia mediev. le att. del termine sono piuttosto rare e prevalgono le occorrenze all’interno di testi storici o di carattere religioso e di esegesi scritturale.
Nella bucolica successiva a D., il sost. ricorre in Petrarca, Buc. XII 119 «Quid pelago vehemens echinus, inersque / rumbus, et ornati squamis rutilantibus, olim / ferreus aurata quos fixerit hamus arena» (Poeti d’Italia) e Boccaccio, Bucc. X 114 «Has inter colubris hyrtus squamisque cruentis / trux pastor miseros leviat» (Poeti d’Italia), nel secondo caso in rif. a un coluber come nel passo dantesco.
In Purg. XXIII 39, D. utilizza il corrispondente volgare squama nell’espressione «trista squama» per indicare la pelle dei golosi, talmente secca ed emaciata che l’«asciutta scabbia / [...] li scolora». Il sost. vi ricorre dunque con valenza estensiva nel senso di “pelle scagliosa”, associata a quella di pesci e serpenti per la sua ruvida consistenza (vd. squama in VD). La connessione tra la scabbia e la pelle squamosa era del resto già asserita dai lessicografi mediolatini, a partire da Isid. Orig. IV viii 10: «Utraque passio asperitas cutis cum pruritu et squamatione, sed scabies tenuis asperitas et squamatio est. Hinc denique nomen accepit [...]. Nam scabies quasi squamies» (Mirabile).
Isid. Orig. XVIII xiii 2: Squama est lorica ferrea ex lamminis ferreis aut aereis concatenata in modum squamae piscis, et ex ipso splendore squamarum et similitudine nuncupata (Mirabile).
Papias (s.v. squama, squamata): Squama serpentium vel piscium cutis. Squamata est lorica ferrea ex laminis ferreis aut aereis concathenata in modum squamae piscis; ex ipso splendore squamarum et similitudine dicta (Mirabile).
Uguccione, S 223, 9 (s.v. scabo): Et hec squama -e piscium et serpentium et lorice; unde squamatus -a -um, squamis abundans, et hec squamata -e, lorica ferrea ex laminis ferreis vel eneis concatenata ad modum squame piscis (DaMA).
Balbi (s.v. squama) = Uguccione (Mirabile).