prosillogismus, -i (s.m.)

1. sillogismo preliminare a un’altra dimostrazione (Chiesa-Tabarroni Mon.).
Mon. I xi 9 Iste prosillogismus currit per secundam figuram cum negatione intrinseca, et est similis huic: omne B est A; solum C est A: ergo solum C est B. Quod est: omne B est A; nullum preter C est A: ergo nullum preter C est B.

Mon. 1

prosillogismus, Mon. I xi 9
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Grecismo e hapax nel lat. dantesco. Il termine, molto tecnico, deriva dal greco προσυλλογισμός ed è att. nel lat. mediev. sia nella forma prosyllogismus sia nella variante prosillogismus.

Il suo signif. è codificato a partire dalla tradizione di commenti e scholia ad An. Pr. I 25 (42a 1-5) e I 28 (44a 20-25).  In tali luoghi Aristotele spiega che il sillogismo non è composto necessariamente solo da tre parti, ma vi possono essere delle catene di deduzioni in cui le conclusioni di alcuni sillogismi divengono le premesse di altri sillogismi che seguono: «la stessa conclusione può venire in essere mediante varie coppie di premesse quando ciascuna delle due premesse, A e B, è assunta mediante sillogismo (διά συλλογισμοΰ ληφθῇ)» (An. Pr. I 25 42a). Tali sillogismi preliminari sono propriamente quelli che i medievali chiamano prosillogismi o antesillogismi, mentre la deduzione finale è solitamente chiamata 'sillogismo principale' (sillogismus principalis; vd. sillogismus).

Il termine compare nel lat. filosofico a partire dalla traduzione di Boezio degli Analitici Primi (I 28 44a) e successivamente lo si ritrova nella traduzione moerbekiana del commentario al De Interpretatione di Ammonio (In Peri Herm., 14, 24b 6-9). La sua fortuna e diffusione nel XIII e XIV secolo sono legate soprattutto al commento di Robert Kilwardby e alle parafrasi logiche di Alberto Magno, da esso in gran parte dipendenti.

È inoltre rilevante che l’idea per cui il sillogismo potesse essere composto anche dalle spiegazioni e dalle dimostrazioni delle sue premesse (per un totale di cinque parti) fosse stata introdotta anche da Cicerone nel De Inventione (specie in I, 37, 77) e avesse avuto una lunga e duratura fortuna nella prassi e nella tradizione retorica medievale. In particolare, in Inv. I, 37 67, Cicerone aveva designato come propositionis approbatio quella parte della ratiocinatio riservata alla dimostrazione e fondazione della premessa maggiore (o propositio: «Quinque igitur partes sunt eius argumentationis, quae per ratiocinationem tractatur: propositio […]; approbatio […]; assumptio, per quam id, quod ex propositione ad ostendendum pertinet, assumitur; assumptionis approbatio, per quam id, quod assumptum est, rationibus firmatur; complexio, per quam id, quod conficitur ex omni argumentatione, breviter exponitur»); Boezio, riprendendo questo luogo, si era soffermato a sua volta sulla necessità di fondare le premesse di un’argomentazione su delle solide dimostrazioni, dando origine alla cosiddetta teoria delle cinque parti del sillogismo (o sillogismus quinquepartitus: «Quo fit, ut, si et propositio et assumptio demostrandae sint, quinquepertitus (ut Cicero etiam in Rhetoricis auctor est) syllogismus fiat, constans ex propositione eius que probatione, assumptione eiusdem que probatione, et conclusione», Cic. Top. 5).

La scelta di D. di utilizzare prosillogismi lungo tutto l’arco della Mon. e la scelta terminologica di I xi 9, riflettono così una tendenza metodologica originata da una pluralità fonti e influenze diverse, che rimandano sia all’ambito scritto della trattatistica scientifico-filosofica che a quello orale della disputatio universitaria e dell’orazione politica. La grafia prosillogismus, in ogni caso, lo avvicina al diffusissimo commento dell’Expositor Kilwardby, circolante anche a Bologna sin dagli anni Ottanta del XIII sec. 

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Voce corrispondente nelle opere volgari di Dante:
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Latino classico e tardoantico:
solo a partire dalla traduzione boeziana di AristoteleAnal. priora I 28 (tr. Boezio) si autem F et D sint idem, nulli E inerit A ex prosyllogismo
(ALD).
Latino medievale:

Alberto Magno, Anal. priora I, t. 5, c. 3 et est hic triplex syllogismus, duo scilicet prosyllogismi, et unus principalis (LLT); I, t. 5, c. 4 si autem datur secundum membrum, quod scilicet sequitur alterum, aut A scilicet aut B, erunt plures prosyllogismi: et sic semper aut erunt plures syllogismi sicut prosyllogismi sunt plures, et cadunt in numeris cum principali syllogismo (LLT); I, t. 5, c. 5 quando autem per antesyllogismos (qui dicuntur prosyllogismi) concluditur altera propositionum praemissarum, super alteram praemissarum vel sub alteram, medium accipiendo ad prosyllogismum (LLT); I, t. 7, c. 12 sicut prosyllogismus et syllogismus dicuntur unus syllogismus, quia ad unam conclusionem ultimam sunt ordinati (LLT); Anal. post. I, t. 5, c. 3 si igitur dicatur quod utraque praemissarum mediata sit, ita quod necesse est augere utramque propositionem ut possit concludi per medium in prosyllogismo (LLT); Enrico di Gand, Quodl. IV, q. 1, Intentum iam propositum ex parte intellectus habet declarari sive probari uno syllogismo principali, et uno prosyllogismo ad probationem minoris (LLT).

Lessicografi medievali:
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Commentatori danteschi:
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Autore: Stefano Pelizzari.
Data redazione: 01.03.2022.
Data ultima revisione: 25.04.2023.