Mon. 2
corrumpit, Mon. II v 1
corrupta, Mon. II v 1
Nel lat. class. corrumpere possiede un signif. proprio, absumere, destruere (vd. Forcellini s.v. corrumpo I), e uno traslato (vd. Corrispondenze) che trova applicazione anche nel campo semantico della morale: «morali ratione corrumpere est mores hominum depravare, aliquem seducere et pertrahere ad pravum aliquid committendum» (vd. Forcellini s.v. corrumpo II 3). Il v., inoltre, è impiegato come tecnicismo lessicale della grammatica, ove vale «alter so as to make irregular» (vd. Lex. Gram. Terminology s.v. corrumpere).
Tutti i signif. individuati ricorrono anche nel lat. mediev. (vd. es. DMLBS s.v. corrumpere).
D. impiega solamente due volte il v. all’interno del medesimo passo di Mon. II v 1 a creare il gioco retorico corrupta-corrumpit, utilizzando il termine nei sensi individuati nelle Corrispondenze.
A proposito della frase di Mon. II v 1 – «ius est realis et personalis hominis ad hominem proportio, que servata hominum servat sotietatem, et corrupta corrumpit» – Chiesa-Tabarroni Mon. II v 1, p. 97, n. ad loc. rileva che «la definizione che Dante dà del diritto non è pedissequamente ricalcata da un’auctoritas specifica e individuabile, ma costituisce una felice sintesi di posizioni precedenti, espressa in una formula di grande pregnanza ed efficacia comunicativa». Vicino alla formulazione dantesca sarebbe un «passo delle Questiones de iuris subtilitatibus attribuite ad Irnerio (Exordium 4: “Iustitia […] per manus Equitatis trutinabat, ut salvo singulis suo merito servetur incorrupta societas hominum cunctorumque perseveret illibata communitas” (…), dove figurano alcuni dei termini (…) utilizzati da Dante».
Corradicali di corrumpere e impiegati da D. sono anche corruptibilis, corruptibilitas, incorruptibilis, e incorruptibilitas.
nel lat. mediev. il v. corrumpere è att. con ampia abbondanza in tutte le sfumature semantiche che possiede nel lat. class. e tardoant. (vd. supra e Nota). In particolare, nel signif. di «mutare in peius» inanima e abstracta impiegato da D. in Mon., il v. è att. in testi di ambito filosofico, teologico e – più generalmente – religioso e morale.
Papias (s.v. corrumpere): Corrumpere: frangere, devirginare, deviciare, inficere morbo, vel malis moribus polluere (Mirabile).
Uguccione, R 53, 34 (s.v. rumpo): (...) corrumpo -is, simul rumpere (DaMA).
Balbi (s.v. corrumpere) = Papias (Mirabile).