Vocabolario Dantesco Latino
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NOTA:
Il sost., derivato da manifestare, trova le sue prime att. in un'età piuttosto tarda dove indica l'«actus manifestandi» (vd. Forcellini s.v. manifestatio); equivale, quindi, ora a revelatio, publicatio, declaratio (sinon. di ostensio, vd. ThLL s.v. manifestatio A 1), apparitio (vd. ThLL s.v. manifestatio A 2) e claritas, perspicuitas, evidentia (vd. ThLL s.v. manifestatio A 3). Questi signif. sono conservati dal lat. mediev. (vd. es. DMLBS s.v. manifestatio).
La parola non compare nei principali lessicografi mediev., ma è registrata da Firminus Verris (s.v. manifestus): «Manifestatio .tionis - ostensio, publicatio».
D. impiega il vocabolo nel senso di 'manifestazione', con due sfumature semantiche leggermente diverse: in Ep. XIII 42 manifestatio vale declaratio, mentre in Mon. III iv 4 la parola può essere accostata a evidentia. A proposito del brano della Mon. richiamato è necessario sottolineare che D. intende procedere secondo il metodo mediev. della disputatio (esaminando, quindi, argomentazioni e controargomentazioni sulla tesi in discussione) contro i sostenitori della supremazia temporale del papa. D., quindi, «premette alla confutazione dell’argomento due osservazioni di metodo. La prima (parr. 4-5) concerne le strade attraverso le quali la confutazione ha successo; la seconda (parr. 6-11) le precauzioni che bisogna adottare per interpretare figuralmente un passo della Bibbia. Quanto alla prima premessa, la confutazione riesce quando nel ragionamento oggetto di esame si accerta un errore («erroris manifestatio»), che può essere «in materia» – assumendo cioè per vere delle premesse false – o «in forma» – costruendo perciò il sillogismo in una maniera sbagliata» (Chiesa-Tabarroni Mon., p. 171, n. ad loc.). Alla base di ciò vi è la dottrina aristotelica dedicata alle fallaciae argomentative esposta nei Topici e, soprattutto, nei Sophistici elenchi. Proprio a quest'opera (Soph. El., 18 176b 29-30), fa rif. D. menzionando la erroris manifestatio: «Recta solutio est manifestatio falsi syllogismi». Da ultimo, resta da notare che l'espressione erroris manifestatio sembra att., oltre a Mon., esclusivamente in Alberto Magno, Comm. in I Sent., d. 1 A, a. 5.
Termine simile a manifestatio e ricorrente nella produzione dantesca volgare è manifestamento (in ED), presente solo in Conv. III xi 8 e parzialmente sovrapponibilie all'uso della parola lat., dal momento che vale 'riconoscimento, manifestazione reciproca'.
Oltre a manifestatio, D. utilzza anche i termini collegati manifeste, manifesto e manifestus (con il suo contrario inmanifestus).