canneus, -a, -um (agg.)

1. di canna (Castiglioni-Mariotti).
Eg. IV 37 cannea cum tremulis coniuncta est fistula labris
Eg. 1
cannea, Eg. IV 37
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Hapax nel lat. dantesco, rarissimo nel lat. class. e mediev. e assente nella tradizione bucolica precedente a D. È utilizzato in Eg. IV 37 come attributo della fistula, a designare il materiale di cui è costituita la zampogna pastorale (allo stesso riguardo cfr. canna e la coppia arundo / arundineus in VDL; e ancora calamus, fistula, tibia). L’agg. è ripreso nella stessa iunctura dantesca da Giovanni del Virgilio, Eg. Muss. 219 «Cum mihi inexculto sit cannea fistula queve / egra diu ramis stetit insufflata salignis» (Poeti d’Italia), ma non trova seguito nel lat. umanistico.
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Voce corrispondente nelle opere volgari di Dante:
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Latino classico e tardoantico:
rarissime att. (cfr. ThLL s.v. canneus); cfr. Amm. Marc. XXIII 4, 14 sagitta est cannea inter spiculum et harundinem multifido ferro coagmentata (CC).
Latino medievale:
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Lessicografi medievali:
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Commentatori danteschi:
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Autore: Veronica Dadà.
Data redazione: 09.06.2022.