subassumpta, -e (s.f.)

1. premessa minore (Chiesa-Tabarroni Mon.).
Mon. I xi 3 Ad evidentiam subassumpte sciendum quod iustitia, de se et in propria natura considerata, est quedam rectitudo sive regula obliquum hinc inde abiciens: et sic non recipit magis et minus, quemadmodum albedo in suo abstracto considerata.
Mon. I xi 20 Satis igitur declarata subassumpta principalis, quia conclusio certa est: scilicet quod ad optimam dispositionem mundi necesse est Monarchiam esse.
Mon. I xiii 8 Bene igitur dictum est cum dicitur in subassumpta quod Monarcha solus est ille, qui potest esse optime dispositus ad regendum: ergo Monarcha solus optime alios disponere potest.
Mon. II iii 6 Subassumptam vero testimonia veterum persuadent; nam divinus poeta noster Virgilius per totam Eneydem gloriosissimum regem Eneam patrem romani populi fuisse testatur in memoriam sempiternam; quod Titus Livius, gestorum romanorum scriba egregius, in prima parte sui voluminis, que a capta Troya summit exordium, contestatur.
Mon. II iii 17 Hiis itaque ad evidentiam subassumpte prenotatis, cui non satis persuasum est romani populi patrem, et per consequens ipsum populum, nobilissimum fuisse sub celo?
Mon. 5
subassumpta, Mon. I xi 20; I xiii 8
subassumptam, Mon. II iii 6
subassumpte, Mon. I xi 3; II iii 7
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Hapax dantesco assoluto. Come notato da Kay Mon., ad loc. questo termine sembra davvero essere «peculiar to Dante», che lo utilizza per designare la premessa minore di un sillogismo (altrimenti definita come minor o secunda).

La totale mancanza di att. di questo termine nelle fonti di cui siamo a conoscenza (e nel lat. mediev. in generale) rappresenta un dato di grande interesse filologico. Le possibilità esplicative sembrano ridursi sostanzialmente a tre: (i) che D. lo abbia tratto da qualche fonte non ancora identificata; (ii) che lo abbia appreso per il tramite orale di qualche disputa e che abbia poi deciso di trascriverlo; (iii) che lo abbia coniato lui stesso, a partire dagli usi linguistici più diffusi con cui era comune indicare le premesse di sillogismo (magari per aumentare il senso di 'tecnicità' della propria trattazione).

La precisione e la creatività con cui D. costruisce i propri richiami tecnici lasciano aperte, in linea di principio, tutte queste possibilità. D’altra parte, va osservata l’esistenza di un vasto retroterra linguistico che avrebbe potuto facilitare la messa a punto e l’impiego di un’espressione di questo genere, sia in un contesto scritto sia in uno orale.

In primo luogo, va osservato come la premessa minore, a partire dalle Notule di Kilwardby, si trovasse talvolta indicata con il termine coassumpta (Notule Pr., l. 28: «Primo manifestat quod ad ostendendum aliquid de aliquo oportet sumere propositionem communicantem alteram extremitatem conclusionis [...] Secundo manifestat quod oportet aliam propositionem coadsumere»; Alberto MagnoAnal. priora II, t. 4, c. 3, «ergo ex tali suppositione non fiet syllogismus ad impossibile: falsa enim erit coassumpta cum contradictoria conclusionis», LLT; Radolfo Brito, Quaest. pr. anal., II, q. 12: «Minor declaratur, quia syllogismus per impossibile sumit falsam hypothesim cum aliqua vera coassumpta et in tali processu sunt tres termini et duae propositiones ordinatae in modo et in figura, sicut apparet in syllogismo perfecto; ideo etc.», LLT; Tommaso d'Aquino, In Arist. Post. anal., I, l. 43, n. 10: «Videmus autem quod demonstratur alia conclusio, coassumpta immediata propositione alia. Et ideo non potest esse quod ex quolibet demonstretur quodlibet», LLT).

In secondo luogo, è rilevante constatare come in alcuni loci classici ci si riferisse alla premessa minore precisamente come a qualcosa di assunto 'al di sotto' (absuntum sub) della premessa maggiore. Alberto Magno, ad es., nella sua parafrasi agli Analitici Primi, si riferisce alla premessa minore di un sillogismo secondario (prosillogismus) nei termini di aliquid «assumptum [...] sub conclusione primi syllogismi […] posita pro maiori» (Anal. priora, II, t. 1, c. 2, LLT). Analogamente, Tommaso d’Aquino, nel proprio commento agli Analitici Secondi, scrive che: «inducitur haec secunda ratio ad confirmationem primae, quae poterat videri deficiens ex hoc quod non assumebatur sub maiori propositione eo modo quo probabatur» (In Arist. Post. anal., I, l. 39, n. 6, LLT).

Va inoltre ricordato che tutta una lunga tradizione risalente a Cicerone – e giunta al Medioevo Lat. per il tramite di Boezio – usava designare la premessa minore di un sillogismo con il termine tecnico assumptio. In particolare, in De inv. I 37, Cicerone aveva descritto la struttura della ratiocinatio deduttiva, le cui parti fondamentali erano state indicate come propositio (premessa maggiore), assumptio (premessa minore) e complexio (conclusione); Boezio, commentando questo luogo, si era soffermato sulla necessità di fondare a loro volta le premesse su delle solide dimostrazioni, dando origine alla cosiddetta teoria delle cinque parti del sillogismo («quinquepartitus [...] syllogismus»); Marziano Capella, a sua volta, aveva riservato l’uso di propositio e assumptio alle due proposizioni che precedevano la conclusio (o illatio) di un sillogismo ipotetico (condicionalis syllogismus; cfr. De nupt. IV, 414 ss.); ed esempi affini non mancavano nemmeno nella latinità italiana di inizio XIV sec.

Resta comunque il fatto, al di là di tutto, che D. utilizzi assumpta per indicare la premessa maggiore (la ciceroniana propositio) e subassumpta per la premessa minore (la ciceroniana assumptio). E – quale che sia l’origine dell’espressione – che nel terzo libro l’abbia bruscamente abbandonata, sostituendola con la canonica minor. È possibile che entrando nel gymnasium della terza questione D. si sia reso conto che il termine non fosse del tutto consueto e condiviso dai propri avversari dialettici. In ogni caso, tale cambiamento sembra essere un segno piuttosto appariscente di quella composizione lunga, o comunque distinta in più fasi, che Chiesa-Tabarroni Mon., Introduzione hanno mostrato essere la più rispettosa delle «ragioni del testo» della Mon.

Si segnala che per l’occorrenza di Mon. II iii 6 Quaglioni Mon. abbandona la lezione congetturale subassumptam del testo critico di Shaw Mon., già sostenuta e accolta a testo da Ricci Mon., per tornare alla lezione subassumpta testimoniata dalla princeps K. A suo parere, infatti, il termine si riferirebbe alle due sententie e due nobilitates di Aristotele e Giovenale citate in precedenza e quindi non ci sarebbe alcun «male [...] a credere che egli le abbia comprese entrambe sotto il neutro plurale subassumpta» (p. 1076). Chiesa-Tabarroni Mon., invece, mantengono il femminile singolare subassumptam per ragioni di signif., poichè D. si riferirebbe alla premessa minore del sillogismo enunciato in precedenza («nobilissimo populo convenit omnibus aliis preferri; romanus populus fuit nobilissimus; ergo convenit ei omnibus aliis preferri», Mon. II iii 2). In part., secondo i due interpreti, le testimonianze degli antichi riportate da Mon. II ii 6 a II iii 17 sarebbero tutte intese a dimostrare che «romanus populus fuit nobilissimus», come peraltro D. stesso ribadisce esplicitamente al par. 17: «Hiis itaque ad evidentiam subassumpte prenotatis, cui non satis persuasum est romani populi patrem, et per consequens ipsum populum, nobilissimum fuisse sub celo?». 

Le varianti att. per le altre occorrenze (ad es. substancia sumpta Asunt assumpta U, subiecti assumpti U; ma cfr. il campo Varianti) sono invece banalizzazioni, che evidenziano tuttavia il processo di semplificazione del lat. di D. da parte dei copisti di fronte a un termine difficilior come questo.

Mon. I x 3: subassumpte] subassumpte B, C, D, E, F, H, K, L, M, N, P, Ph, Q, R, S, T, V, Y, Z et edd., substantie sumpte Asub assumptione Gsubiecti assumpti U
Mon. I xi 20: subassumpta] subassumpta B, C, D, E, F, G, H, K, L, M, N, P, Ph, Q, R, S, T, V, Y, Z et edd.substancia sumpta Asunt assumpta U
Mon. I xiii 8: subassumpta] subassumpta B, C, D, E, F, G, H, K, M, N, P, Ph, R, S, U, V, Z et edd.substantia sumpta A, L, Q, Tsubassumptam Y
Mon. II iii 6: subassumptam] subassumptam con. Ricci Mon. (subassumptam rell. edd. praeter Quaglioni Mon.), subassumpta A, C, D, E, F, G, H, K, L, N, P, Ph, R, S, T, U, V, Y, Z, Quaglioni Mon.sub sumptam B, sub assumpte M 
Mon. II iii 17: evidentiam subassumpte] evidentiam subassumpte, B, D, E, F, H, K, L, M, N, P, Ph, R, T, U, V, Y, Z et edd., evidentiam supraassumpte Aevidentiam subassumpti Csub assumpte evidentiam Gevidentiam superassupte S

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Autore: Stefano Pelizzari.
Data redazione: 09.03.2022.
Data ultima revisione: 25.04.2023.