herba, -e (s.f.)

herbarum, Eg. II 13
herbis, Eg. II 24
herbas, Eg. II 60
herbe, Eg. IV 11
herba, Eg. IV 70

Il termine è topico del lessico bucolico: ricorre nella bucolica class. fin da Virgilio (Ecl. V 26; 46; X 29), quindi in Calpurnio Siculo e Nemesiano; ancora si ritrova nella pastorale mediolatina, con att. varie in Marco Valerio, Metello di Tegernsee e nell’Ecloga Theoduli, sempre quale elemento caratterizzante del paesaggio bucolico e in connessione agli animali che in esso si muovono (vd. anche arvum, campus, gramen, pabulum, pascuum, pratum in VDL). A questo campo semantico sono riconducibili le cinque occorrenze dantesche del termine, variamente distribuite nelle due egloghe a sostanziare lo scenario bucolico tanto dell’universo arcadico di Eg. II (vv. 13, 24, 60), quanto dell’ambientazione siciliana di Eg. IV (vv. 11, 70).

Il sost. trova corrispondenza nel volgare erba, che «ha, tra i nomi comuni, uno dei più elevati indici di frequenza nel lessico dantesco» (vd. erba in ED). Significative per il congiunto richiamo a erba e fiori, in dittologia come nel passo lat. di Eg. II 13, sono alcune occorrenze del Purgatorio, in partic. Purg. VII 76 «da l’erba e da li fior, dentr’ a quel seno / posti, ciascun saria di color vinto»; VIII 100 «Tra l’erba e ‘ fior venìa la mala striscia»; XXIV 147 «l’aura di maggio movesi e olezza, / tutta impregnata da l’erba e da’ fiori»; XXIX 88 «Poscia che i fiori e l’altre fresche erbette / a rimpetto di me da l’altra sponda / libere fuor da quelle genti elette».

Il termine si ritrova anche in Giovanni del Virgilio, Eg. III 14 «alida mirtetis et humi florentibus herbis»; 55 «quoque causa soporis / herba papaveris est, oblivia, qualiter aiunt, / grata creans» (Poeti d'Italia), nel secondo caso a designare la pianta soporifera del papavero, con suggestione ripresa da D. in Eg. IV 13 «defensus acerna / fronde soporifero gravis incumbebat odori».

Numerose le att. nella bucolica trecentesca, a partire da Giovanni del Virgilio, Eg. Muss. 22 «pollice rhythmabat Venerem proiectus in herbis»; 61 «hic regum flores, hic divum sevimus herbas»; 171 «nec pecus inde tuum furia incumbente sinatur / inter se certare loco vel amore vel herbis» (Poeti d’Italia), quindi in Petrarca e Boccaccio: cfr. ad es. Petrarca, Buc. VI 25 «custodia culti / credita ruris erat? cui grex pascendus in herba?» (Poeti d’Italia); VII 32 «per pascua late / noscitur immitis, frondisque petulcus et herbe» (Poeti d’Italia); X 218 «magnos brevis herba iuvencos / fecerat» (Poeti d’Italia); Boccaccio, Bucc. I 96-97 «Carmine sevus amor sacro revocatur et herbis; / carmina sunt nobis, et gratas novimus herbas / iamdudum» (Poeti d’Italia); X 49 «ac agnos recreat matresque per herbas» (Poeti d’Italia).