contabesco, -ui, -ere (v.)

1. contagiarsi (Frugoni Ep.), contrarre il contagio. 
Ep. VII 26 Vere fumos, evaporante sanie, vitiantes exhalat, et inde vicine pecudes et inscie contabescunt, dum falsis illiciendo blanditiis et figmentis aggregat sibi finitimos et infatuat aggregatos.
Ep. 1

contabescunt, Ep. VII 26

-

Hapax nel lat. dantesco. Composto di tabesco, incoativo di tabeo (cfr. ThLL e OLD s.v. contabesco), poco att. in ambito epistolare e assente nelle principali raccolte di epistole del XIII secolo della cancelleria curiale e federiciana. Il v. ricorre nell’invettiva contro Firenze, focolaio dell'epidemia anti-imperiale («scatescentie causa»), per indicare il propagarsi dell'infezione alle città del Nord che sull'esempio di Firenze si ribellano all'imperatore: le vicine pecudes inconsapevoli si infettano («vicine pecudes et inscie contabescunt») con i miasmi prodotti da Firenze, paragonata a un animale malato («languida pecus»). Questo particolare valore di 'contrarre il contagio' (cfr. Paoli, Prose, p. 13), come traducono concordemente gli editori, non è rilevato per il v. contabesco dai lessicografi mediev., né dai lessici moderni di lat. class. e mediev., che registrano per il lemma solamente i signif. di 'deperire, consumarsi, disfarsi' (vd. Corrispondenze). Nei volgarizzamenti trecenteschi di Ep. VII il passo viene tradotto con «e quindi le vicine pecore e non sapevoli infermano» (volg. A), «e quindi le pecore vicine e simplici s’infermano» (volg. B). Il lessico utilizzato nell’invettiva contro Firenze riconduce alla patologia medica e crea un violento realismo espressivo, per cui cfr. i lemmi correlati commaculo, contagio, exhalo, fetor, infatuo, inficio, languidus, pernicies, sanies, scatescentia, vitio in VDL e Vagnoni, Interazione. 

-
Voce corrispondente nelle opere volgari di Dante:
-
Latino classico e tardoantico:
att. con il signif. di «evanescere, dissolvi proprie et translate», cfr. ThLL s.v. contabesco.
Latino medievale:

att. con lo stesso signif. di «tabescere, debilitari, deficere», cfr. MLW s.v. contabesco 1 (proprie). Il v. è att. anche con il valore di «vexari, coangustari, laborare» e «(maerore) confici, conturbari, confusum esse», MLW s.v. contabesco 2 (traslate); in ambito epistolare vd. ad es. Pier Damiani, Epist. 109, p. 212 Nunc ad Dominicum, de quo coeperat, sermo recurrat. Enimvero cum hunc iam et incurva senectus deprimat et crebris insuper sepe languoribus contabescat, mirum unde illi tantus fervor incandeat, ut in spiritalibus exercitiis se semper invictum, semper infatigabilem reddat (ALIM).

Lessicografi medievali:

Uguccione, S 301, 37 (s.v. stasis): Et tabeo -es -ui, putrere, pigrere, deficere, tabe fluere, et componitur contabeo -es, extabeo -es, intabeo -es, et hinc inchoativa tabesco, contabesco, extabesco, intabesco; tabeo et eius composita neutra sunt et carent supino et producunt hanc sillabam ta- (DaMA).
Balbi (s.v. tabeo) = Uguccione (Mirabile).

Commentatori danteschi:
-
Autore: Elena Vagnoni.
Data redazione: 04.01.2022.